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JACOPO: Bisogna fare un rewatch.
MICHELE: Ma anche per te stesso, no?
Per rivedere gli albori.
JACOPO: È interessante perché non lo guardavo. MICHELE: Davvero?
JACOPO: Non stavo lì a riguardare le puntate che avevo girato.
Le giravo e magari se accendevo Disney Channel beccavo altro.
MICHELE: Ok, certo.
JACOPO: Magari guardavo la puntata dei “Maghi di Waverly”.
MICHELE: Adoravo. JACOPO: Perché mi piaceva.
MICHELE: Li adoravo.
JACOPO: A 18 anni non stavo tutto il giorno attaccato…
MICHELE: E sì, poi col tuo lavoro immagino.
Eri e sei tanto impegnato, è un lavoro che ti impegna molto.
Infatti vorrei parlare anche di questo.
Cosa vuol dire essere un attore? Perché tu ovviamente sei un artista completo.
Come ho detto prima, sei un attore, doppiatore, anche ballerino come hai detto prima,
un cantante.
Ma principalmente possiamo dire attore?
JACOPO: Sì, diciamo principalmente…
Allora, in parallelo attore e cantautore.
MICHELE: E cantautore.
JACOPO: Cantautore nel senso che scrivo le mie canzoni.
Quando escono dei dischi o faccio dei concerti, di solito sono canzoni mie.
MICHELE: Cosa vuol dire essere un attore in Italia?
JACOPO: Eh vuol dire… è dura. MICHELE: È dura.
JACOPO: È molto dura.
Bisogna essere in grado di affiancare la propria professione…
Allora, intanto bisogna dire che io sono fortunatissimo.
Perché poter fare…
Di attori ce ne sono tanti e ce ne sono di bravissimi.
Quando tu sei diplomato in un’accademia,
laureato al Piccolo per esempio,
o sei un attore che ha una certa esperienza,
tu sei un professionista.
Ma non tutti i professionisti riescono a vivere facendo solo questo mestiere.
MICHELE: È vero, sì.
JACOPO: Perché è durissima.
Quindi quando certi colleghi dicono:
“Noi in un giorno prendiamo lo stipendio di un mese.”
Sì, intanto tu che sei 1 su 1 milione.
Anzi, su 6 milioni.
Poi, quante volte all’anno succede questa cosa?
Magari fai una posa in un film,
è chiaro che è pagata molto di più di una replica teatrale.
Ma la tournée in teatro magari sono 50 date.
Ma oltre quelle 50 date, quando finisce la tournée che cosa fai?
Stai a casa?
È un problema, non ce la fai, non ci stai dentro.
MICHELE: Sì.
JACOPO: Quindi è molto difficile l’obiettivo di chi vuol fare l’attore,
ma così come anche di chi fa musica.
Io ho avuto…
Scusami, faccio un passo indietro.
MICHELE: Sì, vai.
JACOPO: Ho avuto un rapporto di amore e odio con i social.
Perché solo quest’anno mi sono messo sui social?
Intanto non esistevano quando facevo televisione,
ma quando ero su Disney Channel,
iniziavano ad esserci i primi gruppi su Facebook.
C’erano solo Myspace e Facebook, Instagram non esisteva ancora.
E c’erano dei gruppi che mi volevano morto, per esempio.
JACOPO: C’erano gruppi di odio… MICHELE: I primi haters.
JACOPO: Pesantissimi, con commenti pesantissimi.
Li leggeva mia madre e ci rimaneva male.
Io dicevo: “Mamma non leggere, io non ci entro neanche, non voglio vedere.”
Ora ricominciando a postare,
qualcuno di questi haters si è risvegliato. MICHELE: È uscito fuori.
E ti dirò, gli ho dato il benvenuto.
Ho detto: “Mi siete mancati!” MICHELE: Esatto.
JACOPO: La cosa divertente è che uno,
non so chi, non ricordo, però si Instagram ogni tanto vedi il commento.
Ogni tanto mi faccio un giro perché poi scrivono un sacco di cose belle
che mi fanno tanto piacere.
Ogni tanto becchi quello che scrive la cattiveria. MICHELE: Eh sì.
JACOPO: Uno di questi mi scrive “La prof. di corsivo è più famosa di te.”
E io gli ho risposto:
“La fama e il successo personale non sono la stessa cosa.”
Io faccio questo mestiere con continuità,
prima che la professoressa nascesse.
Nel senso che la cosa veramente difficile non è diventare famosi.
Diventare famosi è facilissimo.
MICHELE: È vero.
Oggi con i social possiamo dire che è facilissimo, però rispetto a una volta…
JACOPO: Facilissimo nel senso che tu puoi fare il trend giusto
e tutti parlano di te.
Ma quanto dura?
Ti dà da mangiare?
Il punto è questo: sei capace di costruire un mestiere?
Una professione?
Hai studiato per fare una professione e portarla avanti?
La cosa più difficile per un lavoratore
del settore dello spettacolo, così includiamo tutti,
non è entrare a far parte di un giro.
Poi i giri sono molteplici e alla fine il mondo dello spettacolo non esiste.
Esiste chi gira in certi ambienti,
esiste il mestiere,
esiste chi lo fa per anni, o chi per un mese o un anno.
Il punto è che il vero successo professionale è riuscire
a campare facendo il mestiere che ami, qualunque esso sia,
e a farlo sul lungo periodo.
MICHELE: Eh sì, è vero.
JACOPO: Questa è la grande difficoltà.
Perché io quando lavoravo per Disney Channel
c’erano gli articoli di giornale,
c’era un sacco di movimento.
Non mi piace parlare di fama, preferisco chiamarla esposizione mediatica.
Perché è una cosa che sale e scende e va a periodi.
La grande fortuna,
e mi do un po’ di merito nell’essermi fatto un mazzo così,
è che dal 1995
ho iniziato a fare questo mestiere con Delia Scala di cui ti parlavo prima,
siamo nel 2023 e sto ancora facendo questo mestiere.
Questa è la mia grande fortuna.
Poi è vero che anche io arrotondo facendo altro.
Ma questo è ovvio, lo devono fare tutti. MICHELE: Certo.
JACOPO: A meno che tu non sia Al Pacino.
MICHELE: Sì, è vero.
JACOPO: Lasciamo stare quelli che stanno nell’Olimpo.
Elio Germano, bravissimo.
Probabilmente non ha bisogno di aggiungere altre cose.
Io ho imparato durante il lockdown,
avevo un piccolo studio di registrazione con dei soci,
poi lo studio lo abbiamo chiuso
a un certo punto.
E io facevo produzioni musicali.
Ma lavoravo sempre col fonico.
Ho iniziato a prendere lezioni, ho imparato a fare…
ovviamente se devo mixare un brano lo mando a un fonico vero,
però ho iniziato a fare anche questo.
Arrangiamenti, produzioni musicali, mix di podcast.
MICHELE: Ecco, vedi.
JACOPO: Sono cose che faccio quotidianamente.
Infatti mi porto in tournée le cuffie, il computer, la scheda audio…
di solito anche il microfono, ma a questo giro viaggiavo leggero in aereo
e non ho portato il microfono perché sono via dal 2 al 6.
MICHELE: Non aveva senso.
JACOPO: Non mi chiederanno di incidere un voice over in cinque giorni che sto via.
MICHELE: Certo.
Però sì, come hai detto tu
dipende anche da chi sei, cosa fai,
se sei Al Pacino ovviamente puoi campare solo di quello.
È normale, no?
Sei una star hollywoodiana, hai fatto solo quello,
hai fatto film di super successo, ci può stare.
Però mi metto anche io nei tuoi panni
e nel mio caso io non faccio solo podcast.
In un certo senso sono dei lavori in cui devi creare
qualcosa di costante e duraturo.
E non è facile.
E nei social, come hai detto tu, la fama può arrivare subito,
però poi devi mantenere la cosa e creare
qualcosa sia di profittevole che duraturo,
sia un qualcosa che ti piaccia fare.
Quindi mescolando il tutto a volte può sembrare facile, ma non lo è.
Mia sorella per esempio lavora nei social, è una tiktoker.
Infatti mi ha avvisato lei.
“Hai visto che è tornato Jacopo Sarno?”
Perché lei ha una bella pagina su TikTok.
E mi fa: “Cavolo!”
Poi ho visto che avevi anche una pagina su Instagram
e ti ho contattato subito.
E anche lei, ovviamente la fama c’è, però devi mantenere la cosa.
E non è facile.
JACOPO: Ci sono nuovi modi di comunicare
e bisogna sfruttarli facendo qualcosa.
Sai chi è bravissimo?
MICHELE: Dimmi.
JACOPO: Che stimo tanto, vabbè è anche un amico,
quindi se parlo bene di qualcuno vuol dire che è anche una bella persona.
È bravissimo ed è stato bravissimo a passare dall’essere trendy,
cioè dall’essere trendsetter diciamo,
all’essere uno con un’esperienza, un mestiere alle spalle non indifferenti.
Francesco Sole.
MICHELE: Francesco Sole, sì.
JACOPO: Francesco Sole è bravissimo.
A parte che è una persona di una grandissima profondità.
È piacevolissimo starci assieme e tutto il resto.
Ma lui è uno degli autori dei top seller.
Uno dei libri più venduti è il suo ultimo uscito.
Sta infilando un successo dopo l’altro
a livello editoriale.
MICHELE: Questo non lo sapevo.
JACOPO: Poi ha tutta la parte social che fa parte del suo percorso
e fa parte della sua immagine, del suo profilo artistico però.
Questo è per me l’esempio di uno
che ha usato i canali nuovi
in modo intelligente
costruendo veramente un mestiere solido.
MICHELE: Che poi, Francesco Sole è uno di quei personaggi che ha avuto tantissimi haters.
Sui social. JACOPO: Tantissimi.
MICHELE: Ed è ammirevole come, nonostante tutto,
abbia avuto la forza di continuare e creare qualcosa di solido, no?
Non è facile.
A volte, come dici tu, dicevi a tua madre di lasciar stare.
Però sai, lascia stare oggi, lasciare stare domani…
per alcune persone questa cosa può diventare pesante.
È ammirevole.
JACOPO: Io adesso me li coccolo gli haters.
Perché ho scritto e prodotto una canzone
per le Donatella.
È uscita due estati fa.
Si intitolava “Moralisti su Pornhub”.
Ovviamente è un pezzo dell’estate
che è nato dal…
Perché non fare una canzone visto che c’è tutta sta gente
che vi bombarda con i peggiori commenti?
Perché non dedichiamo una canzone a loro?
Perché non li prendiamo in giro fino in fondo?
Infatti c’è una parte del testo che dice:
“I tuoi commenti mi fanno pubblicità.”
Perché tu commenti le robe, ma alla fine…
stai venendo sotto il mio profilo a commentare.
MICHELE: A creare engagement.
JACOPO: Eh, engagement. MICHELE: È vero, è così.
JACOPO: È scemo due volte. MICHELE: Esatto.
MICHELE: Sì, la cattiva pubblicità funziona.
La usa anche Elon Musk.
La usano un sacco di persone.
Quindi diciamo che
è sempre pubblicità.
Che sia cattiva o buona, ti porta…
JACOPO: Sì, questo diciamo razionalmente. MICHELE: Certo.
JACOPO: Poi è anche vero che il cyber bullismo è terribile.
Ed è vero anche che, per quanto tu possa essere confident,
cioè tu sai quello che vali, sai che fai un mestiere,
sai che non ti scalfisce nulla,
ma comunque leggere certi commenti po’ male fa.
MICHELE: Sì, è un commento dove ti augurano la morte. JACOPO: Un po’ male fa.
JACOPO: Se fa male a te che magari in quel momento sei una persona di successo,
pensa quanto può far male a uno che invece…
MICHELE: Un ragazzino. JACOPO: Ero contento
di come stavano andando le cose quell’anno.
MICHELE: È vero, sono d’accordo.
Non tutti siamo uguali: c’è chi è più forte, chi meno.
Ovviamente il cyber bullismo è un problema.
Una volta quando non c’erano i social,
tu facevi i tuoi prodotti, recitavi al cinema o nelle serie tv,
forse gli haters li sentivi di meno.
Perché difficilmente sentivi questa cosa, ma adesso…
JACOPO: Non ti potevano contattare direttamente.
MICHELE: Oggi tutti possono esprimere la loro opinione.
Da un lato è una cosa molto bella,
perché tutti possiamo esprimere la nostra opinione,
ma dall’altra parte può essere pericolosa come cosa.
Se non è controllata.
Quindi è così purtroppo.
Però va bene, ci prendiamo il bello e il brutto di ogni cosa.
Quello che alla fine ci sta regalando internet, anche il fatto di poter imparare qualcosa,
una lingua, qualsiasi cosa, no?
Possiamo imparare a suonare uno strumento,
possiamo imparare a doppiare, possiamo veramente fare tutto online.
In modo diverso, però…
Ci sono dei lati positivi e negativi del lavorare o vivere nei social, no?
È così. Vabbè dai.
Prendiamo quello che ci capita.
JACOPO: Viviamo in questo momento storico. MICHELE: È normale.
Sicuramente cambierà.
Migliorerà, peggiorerà, non lo so.
Però il momento è questo e va vissuto, no?
Quindi è normale.
Io ti ringrazio per questa opportunità, davvero.
Avrei voluto parlare molto di più con te, ma magari più avanti ti ricontatterò
perché secondo me hai tantissime cose da raccontarci.
JACOPO: Grazie. MICHELE: E poi come ho detto prima,
dietro le quinte per me è stato anche un piacere averti qui perché fai parte della mia infanzia
come anche tanti miei coetanei, no?
Perché vivevo su Disney Channel quando avevo 10-12 anni.
Tu hai 30 anni adesso? 31?
JACOPO: 33.
MICHELE: Sì, allora fai parte della mia infanzia perché io ne ho 25.
JACOPO: Ma sono ancora l’italiano di Zack e Cody.
MICHELE: Esatto. JACOPO: Sono sempre l’italiano di Zack e Cody.
MICHELE: Potete trovare tutti i link dei canali social di Jacopo,
anche per praticare il vostro italiano,
e perché no?
Anche andare a recuperare un po’ di prodotti nei quali ha recitato Jacopo, tanti film.
Anche con Fantozzi hai recitato se non erro, in passato.
JACOPO: Sì, tanto tempo fa.
MICHELE: Con Paolo Villaggio.
Bene, quindi grazie ancora Jacopo.
MICHELE: Grazie per l’opportunità. JACOPO: Grazie a te.
MICHELE: E ti auguro buone feste, visto che siamo vicini alla Befana.
JACOPO: Buone feste anche a te e ci vediamo a teatro spero.
MICHELE: Mi piacerebbe un sacco.
MICHELE: Ciao, grazie a tutti. JACOPO: Ciao, in bocca al lupo.