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–Anche sul Titanic le cose sono andate più o meno così, infatti il capitano ha dato l’allarme di evacuazione della nave con molto ritardo e questo non ha consentito a molte persone di potersi portare sui ponti e salire sulle scialuppe.
Va considero però che le scialuppe potevano portare al massimo 1200 persone e sulla nave ce n’erano oltre 2000 di conseguenza vuol dire che 1000 persone inevitabilmente sarebbero colate a picco con la nave stessa.
Questo non avrebbe dovuto assolutamente accadere.
Teoricamente sulla nave dovevano esserci le scialuppe per poter salvare tutti i passeggeri che erano a bordo della nave.
Va considerato anche che a differenza della nave Costa Concordia , che si trovava a brevissima distanza dalla costa il Titanic invece si trovava in alto mare e a quei tempi le radio non erano ancora così perfette come al giorno d’oggi di conseguenza l’unico sistema per poter inviare dei messaggi era ancora attraverso dei marconigramma ossia tramite l’alfabeto Morse.
Che anche il comandante della Concordia non ne abbia combinata una giusta questo ormai è risaputo.
Innanzitutto il fatto che non abbia dato l’allarme subito, cioè quando ancora la nave era posizione verticale, e se avesse dato, appunto, l’allarme immediatamente si sarebbero salvati tutti.
Invece ha dato l’allarme un’ora e mezza dopo quando ormai la nave pian pianino incominciava ad inclinarsi sul fianco e per fortuna che l’acqua era molto bassa perché c’erano solo 20 metri di profondità dell’acqua e la nave si è adagiata sul fondo perché se non fosse stato così la nave sarebbe colata a picco completamente portando con se le 4200 persone che c’erano a bordo.
–Ma di più, il fatto di essere vicini a riva ha facilitato le manovre di recupero perché le barche di salvataggio andavano e venivano velocemente e quindi potevano prelevare le persone molto velocemente.
Quindi questo è stata una fortuna.
L’altro problema, l’altro mistero è ancora lo scambio di informazioni che il comandante ha avuto con la terra, sia con la Capitaneria di Porto sia, soprattutto, con la Società Costa Crociere, e perché li può giocarsi una grande parte del processo, ossia quale è stata la reale responsabilità della Costa Crociere nei ritardi della chiamata di soccorso.
È vero, come dice il comandante che la Costa Crociere gli ha intimato di ritardare la richiesta di soccorso?
Oppure no?
È vero che lui ha minimizzato oppure, come dice lui, non ha minimizzato affatto però hanno minimizzato gli armatori?
–La Capitaneria di Porto è stata quella che ha risolto la situazione, perché l’assurdo è che le prime chiamate di soccorso che sono arrivate alla Capitaneria di Porto sono state quelle lanciate dai passeggeri.
Alcuni passeggeri hanno chiamato i Carabinieri annunciando che c’era un guaio e non si riusciva a capire cosa fosse su questa nave, i Carabinieri hanno chiamato la Capitaneria la quale Capitaneria ha chiamato la nave.
Assurdo è che il capitano gli ha detto che andava tutto bene, ma la Capitaneria, evidentemente, allarmata da tutte queste chiamate dei passeggeri ha insistito, insistito, insistito finché è saltata fuori la verità e da quel momento che sono partite tutte le navi di soccorso perché se si aspettava ancora il capitano a quest’ora erano affondati veramente tutti.
È una cosa assurda!
Come si è comportato questo capitano è stata una cosa veramente vergognosa!
Oltre al fatto che è scappato dalla nave prima ancora prima che tutte le persone fossero messe in salvo.
–Si, molto presto se ne è andato dalla nave e anche questa è una cosa inspiegabile perché forse, adesso non è che lo voglia scusare, ma l’aveva fatta talmente grossa che probabilmente ha pensato alla fuga.
Poi è rimasto lì però più che abbandonare la nave per paura di affondare secondo me è era perché voleva scappare.
Quale sia stata la sua motivazione non è chiaro fatto sta che le imprese del comandante Schettino sono apparse poi per giorni sui quotidiani di tutto il mondo e l’Italia, un’altra volta, ci ha fatto una figura pessima.
Questo è molto spiacevole perché è vero che Schettino veramente è ineffabile però è anche vero che tanti altri marinai e tanti altri ufficiali a bordo si sono comportati in maniera eroica e quindi non è che il fatto che ci sia una persona di cattiva qualità dica molto di negativo su di noi.
–Sul fatto che il comandante della Costa Concordia non si sia comportato in modo esemplare questo è vero, però la stampa estera non può e non ha il diritto affermare che tutta la Marina Italiana sia come il Comandante Schettino, questo non è assolutamente vero.
Ad esempio non dobbiamo dimenticare l’eroico Comandante Piero Calamai, al comando del transatlantico Andrea Doria.
Il 25 luglio 1956 la nave Andrea Doria viaggiava alla volta di New York, proveniente da Genova.
Contemporaneamente, una nave di nazionalità svedese, la Stockholm, un transatlantico per il trasporto promiscuo di merci e passeggeri, si dirigeva verso l’Europa.
Presso le coste americane entrambe le navi stavano per incrociare un corridoio molto trafficato, oltretutto coperto da una fitta coltre di nebbia.
Nascoste dalla nebbia, le navi si avvicinarono, guidate solo dalle reciproche informazioni dei radar, le quali però non furono sufficienti ad evitare la imminente tragedia.
L’Andrea Doria e la Stockholm entrarono in collisione con un angolo di quasi 90 gradi, la prua rinforzata della Stockholm che era un rompighiaccio sfondò la fiancata dell’Andrea Doria e la squarciò per quasi tutta la sua lunghezza L’inchiesta successiva al naufragio stabilì che l’Andrea Doria tentò di evitare la collisione virando a sinistra, mentre la Stockholm non fece nessuna virata.
Tra le due navi non ci fu alcun contatto radio, e una volta giunte a potersi vedere ad occhio nudo, fu troppo tardi per praticare contromanovre atte ad evitare l’impatto.
La nave Andrea Doria, con una fiancata completamente squarciata, si coricò su un fianco.
L’inclinazione della nave rese inutilizzabili metà delle scialuppe, proprio come avvenne con la Costa Concordia ma proprio dall’esperienza del disastro del Titanic erano state migliorate le procedure di comunicazione di emergenza e si poterono chiamare altre navi in soccorso, inoltre le procedure e le manovre di evacuazione furono veloci ed efficienti.
Infatti grazie alle tempestive e corrette manovre del Capitano e dell’equipaggio quasi tutti i passeggeri sopravvivessero, purtroppo morirono 46 passeggeri, tutti quelli che erano alloggiati nelle cabine investite dalla prua della Stockholm.
La responsabilità dell’incidente è stata attribuita ad un’errata lettura dei dati del radar da parte dell’unico ed inesperto ufficiale svedese in servizio al momento della sciagura, a fronte di una lettura corretta da parte di tre ufficiali di grande esperienza e del comandante dell’Andrea Doria.
Inoltre il timoniere della Stockholm era notevolmente inesperto ed era costretto a correggere continuamente la rotta, e questo avrebbe contribuito a causare un’errata lettura dei radar.
In seguito è emerso che c’era anche una progettazione sbagliata dell’ambiente dove si trovava il radar della nave svedese: poco illuminato e con strumenti di difficile lettura.
Secondo alcuni studiosi una semplice lampadina sul radar avrebbe evitato l’intera tragedia.
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Danilo: Il Titanic era una nave passeggeri britannica, divenuta famosa per la collisione con un iceberg nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912, e il conseguente drammatico affondamento avvenuto nelle prime ore del giorno successivo.
Il Titanic, fu progettato per offrire un collegamento settimanale con l’America e garantire il dominio delle rotte oceaniche alla White Star Line.
Questo colosso del mare rappresentava la massima espressione della tecnologia navale ed era il più grande e lussuoso transatlantico del mondo tanto è vero che i progettisti dichiararono che la nave era praticamente inaffondabile ma durante il suo viaggio inaugurale, entrò in collisione con un iceberg e alla fine affondò.
L’impatto provocò l’apertura di alcune falle lungo la fiancata destra del transatlantico, che affondò 2 ore e 40 minuti più tardi spezzandosi in due tronconi.
Nella sciagura, la più grande tragedia di tutti i tempi della storia della navigazione marittima, persero la vita 1500 persone degli oltre 2200 passeggeri imbarcati che erano compresi anche 800 persone di equipaggio
La nave partì per il suo primo e unico viaggio esattamente il 10 aprile del 1912 dall’Inghilterra verso New York, ed era comandata dal Capitano Edward John Smith.
Per lui, il viaggio del nuovo transatlantico costituiva l’ultimo comando prima di andare in pensione, e rappresentava il coronamento di una lunga e brillante carriera durata 40 anni.
Esattamente alle 23 e 35, le vedette videro un iceberg di fronte alla nave.
L’avvistamento avvenne a occhio nudo, a causa della mancanza dei binocoli, e quindi l’avvistamento avvenne in ritardo.
La mancanza dei binocoli – si appurò poi più avanti – era imputabile alla fretta di dover partire nei tempi previsti, ragione per cui non furono distribuiti già a bordo prima della partenza.
Dopo l’avvistamento, il Primo Ufficiale virò immediatamente a sinistra ordinando di mettere le macchine indietro tutta, ma la nave viaggiava alla velocità di circa 22 nodi e non riuscì a rallentare in tempo per evitare l’impatto, in virtù anche dell’inerzia di cui era soggetta la massa del transatlantico.
Tutto questo discorso per dirti che a distanza esatta di 100 anni un altro transatlantico delle dimensioni del
Titanic, anzi forse qualche cosina di più, ha subito, più o meno la stessa sorte e stiamo parlando del Costa Concordia.
Quello che non capisco è che nel 2012 una nave di questa stazza con 4200 persone a bordo possa subire un incidente come quello che ha subito il Concordia.
Rita: Una cosa ti sei dimenticato di dire ed è che il Titanic era stato pubblicizzato come inaffondabile perché aveva delle paratrie stagne che suddividevano la stiva in modo tale che si potesse fare fronte a delle falle.
Il problema è che inaffondabile non era affatto perché lo squarcio era così lungo che le paratie stagne non servivano a nulla perché l’acqua entrò in diverse paratie stagne.
Il problema è stato con il Costa Concordia ancora lo stesso, ossia lo squarcio era così lungo che è entrata acqua in due paratie stagne che è il massimo possibile per evitare l’affondamento.
Quindi da allora da questo punto di vista non è cambiato assolutamente nulla.
Quello che invece avrebbe dovuto cambiare sarebbe stata la strumentazione di bordo che permette perfettamente di vedere se ci sono degli ostacoli.
Quindi la cosa inspiegabile è proprio come sia stato possibile bypassare tutta quella strumentazione di bordo.
Danilo: Infatti il Titanic era un gioiello di tecnologia ed era ritenuto praticamente inaffondabile.
La chiglia era dotata di un doppio fondo cellulare e lo scafo era suddiviso in 16 compartimenti stagni, le cui porte si potevano chiudere automaticamente dal ponte di comando.
Questi comparti, però, non attraversavano tutta l’altezza dello scafo ma si fermavano al ponte più basso.
Il Titanic avrebbe potuto galleggiare anche con due dei compartimenti intermedi allagati oppure con tutti i primi quattro compartimenti di prua allagati.
Lo scontro con l’iceberg però causò l’allagamento dei primi cinque compartimenti prodieri per cu la nave non reggendo al peso dell’acqua imbarcata affondò.
Ma aveva anche un altro difetto il Titanic, la qualità dell’acciaio, che non era perfetta ai tempi, non riuscivano a produrre un acciaio abbastanza consistente.
Oltretutto quello che era utilizzato aveva il difetto che con le basse temperature diventava fragile per cui è stato un attimo poter aprire lo squarcio nella nave.
Però, appunto come hai detto, cento anni fa la strumentazione di bordo era praticamente inesistente, il Costa Concordia che è una nave nata nel 2006 per cui corredata della massima tecnologia elettronica possibile ed inimmaginabile con i sonar che sono in gradi di visualizzare la costa in tre dimensioni come abbia fatto a sbattere contro uno scoglio questo qui per me rimarrà sempre un mistero.
Rita: Ma, dunque, il comandante ha detto che ad un certo punto ha deciso di navigare a vista, questo perché, secondo me poi chissà che cosa verrà fuori, era talmente vicino a riva che sarebbe andato tutto in allarme per cui probabilmente ha spento tutto perché non poteva fare diversamente ed è andato a vista basandosi sulle mappe.
Quello che non ci si spiega è, va bene andare a vista ma tutti gli altri che erano in plancia con lui cosa facevano?
Danilo: È questo quello che si stanno chiedendo tutti.
Ora, non era soltanto il capitano a pilotare una nave di queste dimensioni, calcoliamo che è una nave lunga trecento metri viaggiava alla velocità di oltre 20 nodi e puntava dritto verso l’isola per fare questo famoso inchino.
Praticamente l’inchino è un passaggio a breve distanza dalla costa con tutte le luci accese, con tutto il fasto della nave per farsi un po’ di pubblicità e far vedere, insomma, la bellezza di questa nave che è veramente bella a vedersi fuori e stupenda a vedersi dentro.
Ora, insieme al capitano c’erano, appunto, anche il secondo e c’erano pure altre persone.
Calcola che questa nave ha su diversi radar, diversi ecoscandaglii e qui che tutti si chiedono come mai nessuno sia intervenuto quando saranno suonati gli allarmi.
Questi ecoscandaglii hanno un sistema di allarme che se ti avvicini troppo oppure il pescaggio della nave diventa pericoloso immediatamente lanciano subito un allarme perché si provveda, ma sembra che la velocità sia stata talmente elevata che non abbia fatto in tempo a virare e di conseguenza ha creato uno squarcio di oltre 70 metri nel fianco della nave.
Rita: Mah, si capirà poi probabilmente con la scatola nera e anche con le registrazioni video che sono state recuperate, e poi anche li si è incominciato a dire che la scatola nera non funzionava perché quando è andato in blackout, c’è stato un blackout quasi subito ha smesso di funzionare un sacco di strumentazione ed in particolare anche tutte le luci interne e hanno smesso di funzionare e sembra non ci fossero dei generatori ridondanti per supplire almeno alle luci principali.
La cosa più impressionante è che hanno smesso di funzionare anche le serrature elettroniche per cui molta gente è rimasta chiusa nelle cabine.
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E si, io non sono una molto coraggiosa però lo stesso mi piace l’idea, mi piacciono, infatti, mi piacciono tantissimo quelle barche che ci sono nei moli, gli yacht non mi piacciono affatto, mi piacciono quelle da pescatore quelle con quella specie di cappuccio in cui tu poi scendi all’interno della barca, ci sarà una cuccetta qualche cosa per dormire.
Quelle li mi piacciono quelle dei pescatori.
Eh ma infatti questa barca è fatta così, ha la cabina in alto, sotto ci sono le cuccette per dormire, la cucina e il bagno, era veramente una bella barca ecco!.
Ma l’avventura non è finita qua!
Poi, allora, siamo scesi lungo l’Italia, abbiamo passato il canale di Sicilia e anche lì, insomma, ce la siamo vista brutta perché il canale di Sicilia ha un dislivello tra il mar Tirreno e il mar Ionio di circa un metro e mezzo due metri, e vedevi questa tremenda onda che veniva avanti, che veniva avanti e non riuscivamo a capire e infatti c’è proprio un salto come una cascata.
Non mi l’aspettavo!
Abbiamo poi passato tutto il mar Ionio e anche qui abbiamo subito due avventure.
La prima è che ad un bel momento abbiamo visto un sacco di delfini che si avvicinavano alla barca proprio saltavano, li vedevi da lontano, saltavano, saltavano, saltavano venivano vicino alla barca.
Addirittura due si sono affiancati alla barca e ho potuto accarezzarli da tanto erano proprio contro la barca, stavano li un po’ poi saltavano e andavano via
Giocavano, giocavano!
Giocavano, giocavano si, giocavano con noi in sostanza.
Arrivati però in fondo al mar Ionio… allora tu sai che il golfo di Taranto che è un golfo molto vasto perché, diciamo e il tacco dello stivale dell’Italia.
Lì non potevamo bordeggiare se no la cosa diventava lunga no?
e allora ci siamo detti “ va bene dobbiamo fare una tirata” perché di giorno noi viaggiavamo, di notte ci fermavamo nei porti, in quel caso abbiamo detto il viaggio era di un giorno e una notte dobbiamo farla in una tirata sola.
Dobbiamo fare a turno chi sta al timone in modo tale da permettere agli altri di dormire.
Facevamo turni di due ore.
Va bene, partiamo arriva notte e ci inoltriamo nel golfo di Taranto.
Stiamo viaggiando, ero io al timone e controllavo il radar, ad un bel momento sul radar tac si vede il puntino di una nave.
Sarà una nave che viaggia nel golfo, ovviamente c’è il golfo di Taranto che è un porto commerciale molto battuto.
Questo puntino qui ad un bel momento sparisce e ne compaiono altri due, mah, dico, cosa succede c’è il radar che sta dando i numeri!
Spariscono questi due puntini e ne compaiono quattro!
Chiamo il mio amico e dico “ guarda qui c’è qualche cosa che non va nel radar perché continuo vedere navi che vanno e che vengono!” Va bene, viaggiamo, viaggiamo ad un bel momento sentiamo un grosso ribollire di acqua, che mi è venuto il cuore in gola non riuscivo a capire cosa fosse!
Era niente popò di meno di un sottomarino militare che si era alzato di fianco a noi per vedere chi erano quegli imbecilli che di notte stavano attraversando il golfo di Taranto!
Ecco cos’erano quei puntini lì!
Erano semplicemente delle manovre militari
Mammamia!
di sommergibili che venivano in superficie oppure andavano sotto per cui ad un bel momento il radar li vedeva poi non li vedeva più!!
Insomma anche questo…
E così hai visto da vicino un sommergibile!
da vicino un sommergibile, infatti…
Quanto era lungo?
Mah, sarà stato lungo una cinquantina di metri
Però!
Perché è venuto di fianco a noi a venti, trenta metri per cui il ribollir dell’acqua è stato veramente… cioè mi sono accorto che era un sommergibile soltanto quando ho visto la torretta spuntare.
Certo.
Perché di notte non avrei neanche visto il periscopio!
Ci han guardato, visto che evidentemente era una nave, cioè era una barca più che nave la nostra, da crociera e ci han lasciato andare.
Non vi hanno detto niente, insomma!
Non ci hanno detto niente e ci hanno lasciato andare, queste sono state le avventure mie in mezzo al mare.
Ma vedi cosa è bello, che queste sono le stesse avventure che gli uomini hanno vissuto da migliaia di anni.
Ad esempio il passaggio dello stretto di Messina è quello che veniva rappresentato da Scilla e Cariddi, che erano questi due mostri leggendari che cercavano di fare affondare le navi.
Perché?
Perché questo dislivello tra i due mari c’è sempre stato ed è sempre stato causa di gravi problemi per le navi, e poi anche tutta la storia di Ulisse è ambientata nel mediterraneo.
Quindi il fatto che lui abbia avuto tempeste che lo hanno buttato sulle isole ha fatto un sacco di naufragi racconta questa storia di naviganti che è bellissima, non solo, ma poi nella divina commedia il tredicesimo canto dell’inferno racconta proprio la storia di Ulisse che stufo di stare ad Itaca dopo che è tornato a casa decide di fare un altro viaggio perché era il tipo che non poteva stare lì in pantofole.
E allora prende i suoi uomini migliori e decide di andare oltre le colonne d’Ercole, ossia oltre lo stretto di Gibilterra che allora era non era mai stato superato perché si pensava che al di la dello stretto di Gibilterra ci fosse la fine della terra, la fine del mondo no?.
E infatti li racconta proprio che passate le colonne d’Ercole un enorme gorgo lo prende e lui vede, prima di scivolare nel mare vede la montagna dell’inferno che è quella che poi racconta Dante, in cui Dante poi lo trova.
Ma, in effetti, prima di Cristoforo Colombo lo sai che tutti pensavano che la terra fosse piatta e oltre lo stretto di Gibilterra non ci andavano.
D’altronde il mar Mediterraneo è un mare chiuso e rispetto all’oceano è un mare molto tranquillo per cui non si fidavano andare nell’oceano proprio perché lì le cose erano ben diverse.
Quando c’erano le tempeste, diciamo il mare inghiottiva le navi per cui non si fidavano ad andare oltre.
Si, in realtà lo sapevano che la terra non era piatta a quei tempi però tanto è vero che c’erano dei commerci dal Portogallo arrivavano fino alle Canarie e fino alle coste dell’Africa, però di lì non si spingevano oltre, oltre Madera non andavano tanto è vero che Colombo è arrivato ha approdato su queste isole prima di poi di lanciarsi in un’avventura che effettivamente nessuno aveva mai provato.
Poi, in realtà, si è scoperto che i Vichinghi dall’alto erano già arrivati, probabilmente in Canada, Terranova e in Groenlandia, però la in alto era quasi.. era un tragitto molto più breve e quindi è molto probabile che ci fossero già arrivati, hanno trovato delle navi Vichinghe mi sembra in Groenlandia, poi la era tutto ghiaccio quindi ad un certo punto toglievano la nave e andavano a piedi!
Beh, però intorno all’Africa già ci viaggiavano perché viaggiavano sempre con la costa in vista, ma già lì viaggiavano.
Non si spingevano, appunto, in mare aperto.
È stato appunto il primo è stato Colombo che con tre navicelle, in fondo erano navi ne più ne meno come quella che ho viaggiato io e con queste si sono spinti nell’oceano.
Per cui devono averne passate di cotte e di crude con quel viaggio tanto è vero che ad un bel momento avevano anche paura e volevano a tutti i costi tornare indietro.
Tre mesi ci hanno messo ad arrivare in America per cui viaggiando solo ed esclusivamente col vento la cosa doveva essere veramente dura come viaggio.
Ma lui era molto bravo, aveva fatto tutti i conti degli alisei di riuscire a tenere il vento sia all’andata che al ritorno era quello che poi ha permesso i viaggi perché inclinando le vele nel modo giusto riusciva a sfruttare i venti sia in un senso che nell’altro, altrimenti non ci sarebbe mai riuscito.
Però non è ammirevole lo forzo che lui ha fatto, lui chi ha messo anni, anni e anni fin da quando era ragazzino si è fissato con questa idea e nonostante abbia avuto decine di anni di no, ha insistito fina a che qualcuno alla fine l’ha finanziato.
Era proprio una sua fissazione e questo prova che bisogna essere molto convinti e molto determinati per riuscire nelle imprese più difficili.
Dopo di lui furono in tanti che ci andarono e fino a metà dell’ottocento hanno viaggiato sempre e solo esclusivamente a vela.
È soltanto dopo la metà dell’ottocento con i primi motori a vapore sono che nati i battelli ad elica e i viaggi diventavano anche molto più veloci.
Tu pensa quanti mesi ci volevano ad arrivare con le sole vele in America.
Ma mi sembra ci mettessero quaranta giorni, comunque era un bel tragitto poi ogni tanto affondavano infatti.
Però a me piacevano le storie tutti gli altri navigatori, dai fratelli Caboto fino a Vasco de Gama che ha fatto tutto il giro della terra.