Danilo and Rita – Avventure in mare (Part 2)

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E si, io non sono una molto coraggiosa però lo stesso mi piace l’idea, mi piacciono, infatti, mi piacciono tantissimo quelle barche che ci sono nei moli, gli yacht non mi piacciono affatto, mi piacciono quelle da pescatore quelle con quella specie di cappuccio in cui tu poi scendi all’interno della barca, ci sarà una cuccetta qualche cosa per dormire.

Quelle li mi piacciono quelle dei pescatori.

Eh ma infatti questa barca è fatta così, ha la cabina in alto, sotto ci sono le cuccette per dormire, la cucina e il bagno, era veramente una bella barca ecco!.

Ma l’avventura non è finita qua!

Poi, allora, siamo scesi lungo l’Italia, abbiamo passato il canale di Sicilia e anche lì, insomma, ce la siamo vista brutta perché il canale di Sicilia ha un dislivello tra il mar Tirreno e il mar Ionio di circa un metro e mezzo due metri, e vedevi questa tremenda onda che veniva avanti, che veniva avanti e non riuscivamo a capire e infatti c’è proprio un salto come una cascata.

Non mi l’aspettavo!

Abbiamo poi passato tutto il mar Ionio e anche qui abbiamo subito due avventure.

La prima è che ad un bel momento abbiamo visto un sacco di delfini che si avvicinavano alla barca proprio saltavano, li vedevi da lontano, saltavano, saltavano, saltavano venivano vicino alla barca.

Addirittura due si sono affiancati alla barca e ho potuto accarezzarli da tanto erano proprio contro la barca, stavano li un po’ poi saltavano e andavano via

Giocavano, giocavano!

Giocavano, giocavano si, giocavano con noi in sostanza.

Arrivati però in fondo al mar Ionio… allora tu sai che il golfo di Taranto che è un golfo molto vasto perché, diciamo e il tacco dello stivale dell’Italia.

Lì non potevamo bordeggiare se no la cosa diventava lunga no?

e allora ci siamo detti “ va bene dobbiamo fare una tirata” perché di giorno noi viaggiavamo, di notte ci fermavamo nei porti, in quel caso abbiamo detto il viaggio era di un giorno e una notte dobbiamo farla in una tirata sola.

Dobbiamo fare a turno chi sta al timone in modo tale da permettere agli altri di dormire.

Facevamo turni di due ore.

Va bene, partiamo arriva notte e ci inoltriamo nel golfo di Taranto.

Stiamo viaggiando, ero io al timone e controllavo il radar, ad un bel momento sul radar tac si vede il puntino di una nave.

Sarà una nave che viaggia nel golfo, ovviamente c’è il golfo di Taranto che è un porto commerciale molto battuto.

Questo puntino qui ad un bel momento sparisce e ne compaiono altri due, mah, dico, cosa succede c’è il radar che sta dando i numeri!

Spariscono questi due puntini e ne compaiono quattro!

Chiamo il mio amico e dico “ guarda qui c’è qualche cosa che non va nel radar perché continuo vedere navi che vanno e che vengono!” Va bene, viaggiamo, viaggiamo ad un bel momento sentiamo un grosso ribollire di acqua, che mi è venuto il cuore in gola non riuscivo a capire cosa fosse!

Era niente popò di meno di un sottomarino militare che si era alzato di fianco a noi per vedere chi erano quegli imbecilli che di notte stavano attraversando il golfo di Taranto!

Ecco cos’erano quei puntini lì!

Erano semplicemente delle manovre militari

Mammamia!

di sommergibili che venivano in superficie oppure andavano sotto per cui ad un bel momento il radar li vedeva poi non li vedeva più!!

Insomma anche questo…

E così hai visto da vicino un sommergibile!

da vicino un sommergibile, infatti…

Quanto era lungo?

Mah, sarà stato lungo una cinquantina di metri

Però!

Perché è venuto di fianco a noi a venti, trenta metri per cui il ribollir dell’acqua è stato veramente… cioè mi sono accorto che era un sommergibile soltanto quando ho visto la torretta spuntare.

Certo.

Perché di notte non avrei neanche visto il periscopio!

Ci han guardato, visto che evidentemente era una nave, cioè era una barca più che nave la nostra, da crociera e ci han lasciato andare.

Non vi hanno detto niente, insomma!

Non ci hanno detto niente e ci hanno lasciato andare, queste sono state le avventure mie in mezzo al mare.

Ma vedi cosa è bello, che queste sono le stesse avventure che gli uomini hanno vissuto da migliaia di anni.

Ad esempio il passaggio dello stretto di Messina è quello che veniva rappresentato da Scilla e Cariddi, che erano questi due mostri leggendari che cercavano di fare affondare le navi.

Perché?

Perché questo dislivello tra i due mari c’è sempre stato ed è sempre stato causa di gravi problemi per le navi, e poi anche tutta la storia di Ulisse è ambientata nel mediterraneo.

Quindi il fatto che lui abbia avuto tempeste che lo hanno buttato sulle isole ha fatto un sacco di naufragi racconta questa storia di naviganti che è bellissima, non solo, ma poi nella divina commedia il tredicesimo canto dell’inferno racconta proprio la storia di Ulisse che stufo di stare ad Itaca dopo che è tornato a casa decide di fare un altro viaggio perché era il tipo che non poteva stare lì in pantofole.

E allora prende i suoi uomini migliori e decide di andare oltre le colonne d’Ercole, ossia oltre lo stretto di Gibilterra che allora era non era mai stato superato perché si pensava che al di la dello stretto di Gibilterra ci fosse la fine della terra, la fine del mondo no?.

E infatti li racconta proprio che passate le colonne d’Ercole un enorme gorgo lo prende e lui vede, prima di scivolare nel mare vede la montagna dell’inferno che è quella che poi racconta Dante, in cui Dante poi lo trova.

Ma, in effetti, prima di Cristoforo Colombo lo sai che tutti pensavano che la terra fosse piatta e oltre lo stretto di Gibilterra non ci andavano.

D’altronde il mar Mediterraneo è un mare chiuso e rispetto all’oceano è un mare molto tranquillo per cui non si fidavano andare nell’oceano proprio perché lì le cose erano ben diverse.

Quando c’erano le tempeste, diciamo il mare inghiottiva le navi per cui non si fidavano ad andare oltre.

Si, in realtà lo sapevano che la terra non era piatta a quei tempi però tanto è vero che c’erano dei commerci dal Portogallo arrivavano fino alle Canarie e fino alle coste dell’Africa, però di lì non si spingevano oltre, oltre Madera non andavano tanto è vero che Colombo è arrivato ha approdato su queste isole prima di poi di lanciarsi in un’avventura che effettivamente nessuno aveva mai provato.

Poi, in realtà, si è scoperto che i Vichinghi dall’alto erano già arrivati, probabilmente in Canada, Terranova e in Groenlandia, però la in alto era quasi.. era un tragitto molto più breve e quindi è molto probabile che ci fossero già arrivati, hanno trovato delle navi Vichinghe mi sembra in Groenlandia, poi la era tutto ghiaccio quindi ad un certo punto toglievano la nave e andavano a piedi!

Beh, però intorno all’Africa già ci viaggiavano perché viaggiavano sempre con la costa in vista, ma già lì viaggiavano.

Non si spingevano, appunto, in mare aperto.

È stato appunto il primo è stato Colombo che con tre navicelle, in fondo erano navi ne più ne meno come quella che ho viaggiato io e con queste si sono spinti nell’oceano.

Per cui devono averne passate di cotte e di crude con quel viaggio tanto è vero che ad un bel momento avevano anche paura e volevano a tutti i costi tornare indietro.

Tre mesi ci hanno messo ad arrivare in America per cui viaggiando solo ed esclusivamente col vento la cosa doveva essere veramente dura come viaggio.

Ma lui era molto bravo, aveva fatto tutti i conti degli alisei di riuscire a tenere il vento sia all’andata che al ritorno era quello che poi ha permesso i viaggi perché inclinando le vele nel modo giusto riusciva a sfruttare i venti sia in un senso che nell’altro, altrimenti non ci sarebbe mai riuscito.

Però non è ammirevole lo forzo che lui ha fatto, lui chi ha messo anni, anni e anni fin da quando era ragazzino si è fissato con questa idea e nonostante abbia avuto decine di anni di no, ha insistito fina a che qualcuno alla fine l’ha finanziato.

Era proprio una sua fissazione e questo prova che bisogna essere molto convinti e molto determinati per riuscire nelle imprese più difficili.

Dopo di lui furono in tanti che ci andarono e fino a metà dell’ottocento hanno viaggiato sempre e solo esclusivamente a vela.

È soltanto dopo la metà dell’ottocento con i primi motori a vapore sono che nati i battelli ad elica e i viaggi diventavano anche molto più veloci.

Tu pensa quanti mesi ci volevano ad arrivare con le sole vele in America.

Ma mi sembra ci mettessero quaranta giorni, comunque era un bel tragitto poi ogni tanto affondavano infatti.

Però a me piacevano le storie tutti gli altri navigatori, dai fratelli Caboto fino a Vasco de Gama che ha fatto tutto il giro della terra.

Sono bellissime le storie di questi navigatori.

Danilo and Rita – Avventure in mare (Part 1)

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Ti ho mai detto che penso che nella vita precedente io fossi un navigatore?

Si, mi hai sempre accennato a questo fatto, al fatto che ti senti molto attratta per il mare, le navi e tutto ciò che riguarda la parte marinara.

Si!

Non ho mai capito però da che cosa deriva questa ..

Si, anche perché al mare non ci voglio mai andare, fare il bagno non mi piace.

Perché mi piace quello che il navigatore rappresentava, l’idea dell’avventura verso l’ignoto del fatto che si va incontro.. sulla base di un’idea si va incontro all’ignoto e mettendo in gioco la propria vita attraverso una serie di avventure difficili, impegnative, drammatiche però in un contesto ambientale molto emozionale, no?

Come l’idea di essere in mezzo al mare su una nave in preda alle onde, le tempeste eccetera e poi però sperare di arrivare a scoprire una nuova terra senza averne nessuna certezza.

A parte le crociere su queste grosse navi che abbiamo fatto, ma sei mai andata per mare su una barca, su una barca, non dico piccolina, comunque una barca che non sia una di quelle grosse immense barche da crociera!

Beh, già lì ho sofferto il mal di mare però hanno detto che è una questione di abitudine perché mentre io stavo male per il mal di mare gli inservienti che giravano per i corridoi erano tranquillissimi, questo significa che si sono abituati.

Ah beh, certamente!

Dopo un po’ che sei su una nave ti abitui.

A parte che queste navi grosse hanno dei sistemi di stabilizzazione per cui, si, hanno un rollio ma è molto contenuto, mentre io invece ho vissuto veramente una avventura sul mare piuttosto brutta.

Ma hai sofferto anche il mal di mare o era solamente spaventosa!

No, lo spavento ti fa passare il mal di mare.

Eh, allora racconta!

Allora, un mio amico che è appassionato di nautica di barche in genere un giorno ha comperato una barca, una bellissima barca devo dire, tutta in legno, un veliero.

Un veliero intorno ai quindici metri, lo ha comperato usato ha fatto un affare, non so quale giro, insomma, abbia fatto di fatto ha comperato questa bellissima barca e l’ha comperata a Genova.

Il fatto è che lui invece abita a Cattolica, cioè dalla Liguria praticamente bisogna andare fino in Romagna.

Che vuole dire, per chi non fosse esperto in regioni italiane all’interno del Mediterraneo l’Italia divide il Mediterraneo in due parti.

Da una parte c’è il mar Tirreno e dall’altra il mare Adriatico allora, la Liguria è sul mar Tirreno mentre Cattolica è sul mar Adriatico.

Si, praticamente dall’altra parte dell’Italia!

Allora si era interessato per poter smontare questa barca, metterla su un camion e trasportarla dove lui abita, e dove aveva la darsena per poterla alloggiare.

Il costo era elevatissimo perché smontare un veliero con gli alberi in legno metterlo su un camion e il trasporto, siccome era un trasporto speciale il costo era veramente esorbitante.

Allora che cosa ha fatto!

Ha invitato sette amici, tra cui c’ero anch’io e ha detto “ va bene facciamo una bellissima crociera partiamo da Genova con la mia barca e facciamo tutto il giro dell’Italia (perché non si poteva fare altrimenti) così porto la barca a casa mia, ve la offro io la gita!” Bene!

Bene!

Tutti entusiasti, si una bellissima gita!

Ci troviamo a Genova saliamo sulla barca e partiamo.

Alla partenza il mare incominciava ad essere un po’ movimentato però niente di grave, viaggiamo, viaggiamo, viaggiamo diversi giorni finché arriviamo a Civitavecchia, Civitavecchia lo sai è un porto vicino a Roma.

Qui le cose incominciano a farsi un po’ pesanti perché il mare incomincia ad ingrossare.

C’erano solo le vele non c’era anche il motore?

Si, avevamo anche il motore però, ovviamente, cercavamo di sfruttare il vento, fin che c’era, andavamo un po’ col motore un po’ con le vele a seconda del fabbisogno.

Questo mio amico, appunto, quando ci avviciniamo a Civitavecchia, siccome era un esperto di mare, subito ha detto “ qui le cose si stanno mettendo male” perché ha visto che il mare incominciava ad ingrossarsi “dobbiamo entrare in un porto immediatamente” non ha fatto in tempo a dirlo che il mare ha incominciato ad arrivare a forza sei, forza sette, forza otto forza nove e li abbiamo veramente incominciato ad avere paura, onde alte dieci dodici metri, la barca che veniva sbalzata fuori dal mare, e infatti stavamo andando con il motore, il motore girava fuori giri nel momento che l’elica si trovava fuori dall’acqua, un balzo e ci ritrovavamo dentro nel mare, un balzo di dodici tredici metri, è stata veramente una cosa tremenda!

Abbiamo cercato di chiamare via radio la Capitaneria di Porto per cercare di avere soccorso ma questi han detto “ dovete arrangiarvi perché noi col mare così grosso non possiamo neanche uscire”.

C’erano due navi, due petroliere nella rada lì di fronte che via radio hanno detto alla Capitaneria “ noi sganciamo le ancore perché si stanno rompendo le catene” Due ore siamo stati in ballo ma due ore veramente da incubo!

Cercar di tenere ferme tutte le cose nella barca perché volava veramente di tutto.

Dopo due ore di salti su e giù per onde il mare ha incominciato un attimino a calmarsi, abbiamo visto, intravisto un traghetto che cercava di entrare nel porto, ci siamo accodati e con estrema paura siamo riusciti ad entrare nel porto.

A questo punto, dunque, noi eravamo in sette cinque hanno detto “no… preferiamo tornare a casa in treno” ci hanno abbandonato e se ne sono tornati a casa in treno.

Ma la ciurma doveva essere di sette, quindi mancavano poi delle persone o erano sufficienti due?

No, due non eravamo sufficienti per fare tutto il giro dell’Italia perché praticamente Civitavecchia è solamente ad un quarto del viaggio.

È arrivato un ottavo amico da Milano che ci ha raggiunti per cui eravamo in tre e abbiamo ripreso il viaggio.

Questa volta le cose sono andate un pochino più tranquille però ci abbiamo impiegato ben venti giorni da Civitavecchia ad arrivare fino, praticamente, Rimini Cattolica ed entrare nel porto.

È stata , per il resto del viaggio, un’avventura veramente interessante.

Però, insomma, ne hai avuto abbastanza poi no so, non mi risulta che tu abbia fatto niente di simile successivamente.

No, nonostante il mio coraggio non ho fatto niente di simile, ma ne abbiamo avute ancora delle altre durante il viaggio, non è che sia stato tutto cosi liscia perché la nave, diciamo la barca era abbastanza piccola, attrezzatissima perché questo mio amico aveva messo su radar, scandagli, tutto ciò che era possibile mettere sulla nave ma il viaggio doveva avvenire, diciamo, quasi con la terra in vista, non ci fidavamo ad andare in mare troppo aperto.

Ma quando avete avuto quel problema stavate bordeggiando o eravate in mare aperto?

Beh, eravamo in mare aperto però, diciamo, eravamo a dieci miglia dalla costa, ma quando il mare è così grosso non riesci ad avvicinarti, perché entrare nel porto con onde da dodici metri vuol dire essere scagliati sulle rocce o contro il molo del porto, per cui lì non c’è niente da fare bisognava stare in mare aperto e cercare di mettere la prua contro le onde e viaggiare su e giù come le montagne russe.

Non c’è stato altro mezzo, mettersi di traverso vorrebbe dire ribaltare la barca e andare a fondo.

Ma quindi quando succedono queste cose qui anche la Capitaneria non può fare niente, non è che ti vengono incontro, che ne so gli elicotteri, niente!

Niente da fare se per caso fossimo affondati allora va beh, avevamo la radio di soccorso che avrebbe emesso le onde in modo tale che potevano rintracciarci, ma loro assolutamente con le barche non potevano uscire.

E avevate le scialuppe?

Si, si, avevamo tutti i giubbotti, scialuppe .. no, no per quello eravamo attrezzatissimi il problema, insomma, era la fifa di affondare perche…

A, si.

Comunque la barca era molto robusta, tutta in legno di mogano, cioè una barca veramente eccezionale, robusta.

Scricchiolava a destra e sinistra però ha retto tranquillamente questa mareggiata.

Danilo and Rita – Toscana (Part 2)

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Beh, poi c’è un’altra cosa molto bella in Toscana ed è il mare.

Il mare è molto bello soprattutto scendendo verso l’Argentario.

Quella zona di costa è bellissima e di fronte ci sono anche delle bellissime isole, cioè l’isola del Giglio e l’isola d’Elba che già da sole valgono una visita.

È una zona eccezionale sia per la bellezza del mare che per l’entroterra.

Poi c’è anche la Versiglia con Viareggio e le sue spiagge anche Marina , Marina di Massa, Massa Carrara coi suoi marmi.

Diciamo che c’è veramente di tutto in Toscana.

Ultima città, beh non ultima diciamo della serie ma un’altra città bellissima della Toscana è Pisa, con la famosa torre che pende.

Tutto il campo dei Miracoli tutta e non solamente la torre, il Battistero e il Duomo sono veramente molto belli perché vederli da vicino da un impatto notevole.

Uno di solito vede solo la torre di Pisa e non si rende conto che intorno c’è una serie di monumenti molto vicini fra loro, a distanza di pochi passi, e su questo prato verdissimo molto suggestivo.

Eh, lo so però la torre è forse quella più famosa perché il fatto di pendere e quello che l’ha resa famosa se fosse stata diritta come tutte le altre torri, perché di torri belle ce ne sono in Italia tantissime, ma il fatto che questa penda è diventata oltremodo famosa nel mondo.

Si, questo sicuramente però non è cosi… è una torre particolare, l’architettura della torre di Pisa dove la trovi altrove?

Direi che non ce ne sono così tante fatte in quel modo li, anzi, mi sembra abbastanza unica!

No, infatti, fatta a quel modo no fatta tutta a chiocciola che va su con tutto quel colonnato devo dire che è veramente bella però, ripeto, è bella bellissima ma è diventata famosa per il fatto sempre che pende e che mai casca giù!

Come si dice.

Speriamo, hanno speso molti soldi per cercare di tenerla su, speriamo resti.

No poi abbiamo evitato accuratamente di parlare di Firenze che è il capoluogo e la città più importante della Toscana e viene considerata anche la città più bella.

Io ho qualche dubbio in proposito perché Firenze è sicuramente una città ricca di monumenti importanti, Santa Maria Delle Grazie, il campanile di Giotto è molto ricca di arte perché ci sono gli Uffizi, ci sono un sacco di bellissimi musei e statue che sono anche in giro per la città, però ha un grosso limite che è quello di essere una città schifosamente turistica ossia appestata da una quantità enorme di venditori ambulanti o semiambulanti di oggetti turistici.

Dove c’è il turismo si sa che nasce questo mercato brutto da vedersi però bisogna dire che Firenze è una città veramente antica.

Pensa, è stata fondata nel 56 avanti Cristo ed era un campo militare romano, sono stati i romani a costruire la prima città di Firenze.

Da lì poi pian pianino si è ampliata e ha avuto una storia molto tormentata, raccontare tutta la storia di Firenze non basterebbe un giorno, anzi, non basterebbe forse un anno perché ha avuto una vita molto tumultuosa.

Forse per gli italiani Firenze è importante perché è anche la città dove è nata la lingua italiana.

Dante Alighieri era di Firenze ed è lì che ha scritto la Divina Commedia da dove poi è derivata tutta la nostra lingua, forse per noi Firenze è importante per quello.

Si, sicuramente.

Una cosa che agli italiani non toscani fa sempre una certa impressione è sentir parlare i contadini e la gente del popolo toscana un italiano perfetto perché il loro dialetto è l’italiano stesso, mentre per noi invece il dialetto è qualche cosa di diverso specie nelle altre regioni è qualcosa di diverso dall’italiano ed è considerato lontano dall’italiano corretto per la Toscana è esattamente il contrario.

Eh, ma perché il nord ha avuto tanta influenza straniera, francesi, austriaci, tedeschi mentre bene o male la Toscana e sempre rimasta chiusa per cui ha mantenuto la sua lingua quasi originale mentre noi, purtroppo, abbiamo preso qualche inflessione straniera.

Si, ma in ogni caso siccome è lì che è nato il volgare, per volgare si intendeva proprio il dialetto, cioè la lingua italiana è il volgare latino parlato in Toscana, questo è il motivo.

Poi invece gli altri dialetti hanno avuto sempre delle storie differenti e comunque non è da loro che è nato l’italiano.

Quando Alessandro Manzoni ha scritto i Promessi Sposi che è considerato il romanzo che fondato la letteratura italiana moderna e la lingua italiana moderna, lui che era milanese ad un certo punto a detto di essere dovuto andare a sciacquare i panni in Arno, Arno è il fiume che passa per Firenze intendendo che è andato ad imparare la lingua italiana corretta.

Altre città bellissime che ci sono in Toscana?

Beh, c’è Lucca che è completamente circondata da mura, anche lei è una città medioevale bellissima, poi ci sono tante cittadine, San Gimignano la città delle sette torri, e tanti altri borghi fra cui Volterra che è un’altra città medioevale e ha per me una storia particolare perché quando eravamo ragazzi e abbiamo fatti diversi viaggi per Italia in macchina durante l’estate fermandoci più volte in Toscana.

Una volta che eravamo in campeggio in Toscana abbiamo ricevuto una visita da una nostra amica Ornella che passava di lì ed è venuta a trovarci.

Era una cosa completamente inaspettata, e in ogni caso vista la compagnia si è associata a noi e ha incominciato a girare insieme a noi per la Toscana.

Siamo passati anche per Volterra.

Molti ma molti anni dopo Ornella che se ne era andata dalla sua città precedente ha deciso di andare a vivere a Volterra perché si ricordava del viaggio che avevamo fatto insieme tanti anni prima quando eravamo ragazzi, ancora adesso vive a Volterra.

È una cosa strana però è bella quella città.

Città?

È un paesino arroccato su una collina e intorno ci sono delle bellissime valli tipo la val d’Elsa, ricche di vegetazione perché lì pian pianino stiamo andando verso l’Umbria un’altra regione molto ricca di vegetazione e che è anche molto bella l’Umbria.

Praticamente, insomma, tutte le regioni italiane sono belle, io non ne trovo una più bella dell’altra, a me piacciono tutte.

Si, hanno delle caratteristiche particolari, l’Umbria si chiama così da ombra perché è molto ombrosa, infatti e molto bello girarla d’estate perché si gira in macchina per queste colline attraverso un arco di vegetazione che passa sopra la testa e sopra il tetto della macchina quindi si sta al fresco, ed è bellissima.

Però la differenza fra l’Umbria le altre regioni e la Toscana è anche il fatto che ad esempio l’Umbria non ha sbocchi sul mare e quindi non ha tante caratteristiche che invece ha la Toscana.

La Toscana ha tante cose belle contemporaneamente questo è quello che la rende un po’ speciale.

Beh, anche in Umbria ci sono delle bellissime città medievali, Assisi, Perugia che è un’altra bellissima città, insomma, doverle vederle tutte non so quanto tempo ci vorrebbe se dovessi girare tutte le belle città d’Italia.

Secondo me non bastano dieci anni per riuscire a vedere veramente la città e tutto quello che la città offre.

Ah, no beh quello è impossibile ma quello non è neanche richiesto.

Bisogna fare come facciamo noi quando andiamo in giro .. velocemente vrr giriamo tutto e basta poi cambiamo città.

Non è forse il modo di essere profondi però ci facciamo un’idea delle cose e intanto vediamo tanti aspetti della vita e del paesaggio certo non andiamo chiesa per chiesa a vedere gli affreschi, questo no.

D’altra parte questo a me francamente interessa relativamente poco.

Danilo and Rita – Toscana (Part 1)

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Allora, se escludiamo le città moderne, praticamente tutte le città italiane hanno una storia molto antica da raccontare, in Italia ci sono delle città bellissime, ci sono dei borghi veramente stupendi che val la pena di andar a visitare, però la regione che forse che è più conosciuta all’estero senz’altro è la Toscana.

In Toscana ci sono delle bellissime città d’andare a visitare, partendo da Firenze che è forse quella più grande, poi abbiamo città come Siena, Pisa e tutto l’entroterra della Toscana che è veramente bello. Sì, la Toscana è, a mio avviso, una delle tre più belle regioni italiane, le altre due sono: la Sicilia e la Lombardia, e poi magari un giorno ne parliamo.

Io, va beh, essendo lombarda penso che la Lombardia sia una bella regione e magari è poco considerata ma secondo me è bella perché è molto varia, ha i laghi, ha le città d’arte e ha le montagne, mentre le altre regioni del nord non hanno tutto questo contemporaneamente.

Comunque la Toscana è bella anch’essa per gli stessi motivi, ossia perché è estremamente varia e ricca ossia ci sono queste bellissime città d’arte e ci sono dei bellissimi paesi e c’è anche un bellissimo mare e ci sono delle bellissime colline e paesaggi.

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È proprio la ricchezza di queste di diverse … diversi fattori che la rende così bella. Sì, è bello anche il territorio soprattutto anche l’entroterra, a me piace tantissimo proprio perché è rimasta ferma un pochino ai tempi medioevali, infatti questi bellissimi borghi sono stati mantenuti così come erano nati nel tempo medioevo se non prima.

La città che mi piace più di tutte della Toscana è Siena.

Siena è veramente una città stupenda è una città antica piena di valori storici e anche monumenti e ha una storia veramente lunga da raccontare. Probabilmente Piazza del Campo, che è la piazza principale di Siena, è considerata una delle piazze più belle del mondo e, io credo, non a torto perché ha una forma unica circondata da palazzi stupendi e ha questa armonia, questa morbidezza della forma a conchiglia, concava, che è unica veramente nel mondo, è rimasta poi con il selciato originale e spiace che venga utilizzata ancora per il palio di Siena che è questa competizione famosissima in cui corrono i cavalli delle varie contrade ossia i vari quartieri della città.

Spiace perché nonostante la tradizione sia bellissima questi cavalli spesso muoiano proprio perché vengono fatti correre su un terreno e una pista troppo stretta inadatta alla corsa dei cavalli. Sì, hai perfettamente ragione, diciamo forse è quella più bella come spettacolo ma questi poveri animali in effetti soffrono.

Ma io ho vissuto proprio il palio, una volta, molti anni fa e il palio, devo dire, che non è per i turisti anche se ovviamente ne arrivano proprio a migliaia di turisti ad assistere al palio ma è proprio per i senesi è la loro festa sono loro proprio che incominciano qualche giorno prima a fare festa nelle contrade, le lotte tra una contrada e l’altra le parolacce che girano sono veramente, guarda, indescrivibili ma pensa, quello che mi ha colpito, sono soprattutto le donne che sono le più scalmanate e tiravano fuori di quelle parolacce che sinceramente, guarda, non dico che impallidivo ma però ci rimanevo abbastanza male.

La cosa più bella è quando devono fare benedire i cavalli che portano il cavallo in chiesa.

Anche qui è tutta una festa unica tutti in costume, le bandiere gli sbandieratori è proprio una cosa veramente bella da vedere.

Peccato poi la corsa dei cavalli che rovina un po’ tutta questa festa. Si, ogni anno dicono che è l’ultimo anno perché vorrebbero vietarlo come hanno vietato la corrida a Barcellona e in Catalogna ma sarà difficile proprio perché i senesi sono appassionati e hanno questo senso della appartenenza della contrada per cui ancora è difficile… i matrimoni misti all’interno della città sono malvisti.

È incredibile per noi che siamo fuori questa cosa però e vero quello che dici, sono proprio loro ancora appassionatissimi.

C’è da dire che è vero che Siena vive di turismo così come molte altre cittadine toscane, d’altra parte sono così belle che si capisce perché gli stranieri vadano volentieri a visitarle.

Una cosa che invece mi lascia perplessa è il fatto che negli ultimi anni ci sia stato un boom degli agriturismo toscani, siccome la Toscana è ricca di queste bellissime colline e di questi casali antichi ad un certo punto ha scoperto che poteva valorizzarli e molte famiglie li hanno ristrutturati ed hanno incominciato a fare dei ristoranti e degli alberghi.

Peccato che questi ristoranti e alberghi da antiche trattorie, locande a poco prezzo sono diventati di superlusso a cinque stelle e costino una fortuna cioè si è passati da un estremo all’altro!

È non mi sta tanto bene perché era bello mantenere qualcosa di rustico, adesso fuori sono tutti… va beh a volte hanno mantenuto l’aspetto esterno ma dentro sono lussuosi, marmi, cose meravigliose che nulla hanno più a che vedere con l’originale. In effetti, dopo la seconda guerra mondiale praticamente la Toscana si è svuotata tutti i contadini si sono riversati in città così come è successo in molti altri paesi e tutti questi casali sono rimasti abbandonati, poi ad un bel momento, non si sa come, si è riscoperta la Toscana.

Tanta gente ha acquistato questi casali, appunto, per farci degli agriturismo e per ripristinarli perché in effetti la terra è molto, molto ricca.

La Toscana è ricca di olivi per cui c’è dell’olio molto buono, c’è del vino ottimo se parliamo di tutti i Chianti e di tutti i derivati. Il Brunello! Il Brunello e poi c’è la Maremma, la Maremma che ha degli allevamenti sia di pecore, di bufali e di tanti altri animali che ovviamente forniscono il latte e dal latte si ricava il formaggio e tantissimi altri… E anche la carne! Anche la carne!

Infatti la famosa cotoletta alla fiorentina non è altro che un pezzo di carne da cinque sei chili che viene cotto e poi suddiviso tra i commensali.

È tutta una tradizione, è una tradizione molto bella che è stata un po’ rivitalizzata ultimamente.

Peccato questi agriturismo che invece si sono forse un pochino esaltati e attualmente hanno dei prezzi un po’ troppo fuori mercato. Sì, hanno il mercato di queste persone ricche che vengono dall’estero prenotano via web e spendono in un modo inimmaginabile, non si fanno problemi di prezzo.

Quindi si tratta di alberghi di lusso ma molto più costosi dell’ albergo che si può trovare in città.

Si parla di migliaia di euro a notte in certi casali, è una cosa assurda perché una volta le famiglie andavano in agriturismo per risparmiare è esattamente il contrario adesso!

Sì, per risparmiare da una parte ma soprattutto anche per cibarsi di cibi naturali tutto quello che era locale cioè tutto quello che l’agriturismo cioè la cascina produceva e veniva dal produttore direttamente al consumatore, era quello il bello di certi agriturismi, agriturismo nel vero senso della parola dove mangi allo stesso tavolo del proprietario e mangi quello che la terra produce, niente conservanti, niente coloranti, tutte cose veramente eccezionali.

Danilo and Rita – Roma e l’impero Romano (Part 2)

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Part II The legend of Rome, the Roman Empire, and the heritage of the Roman culture Parte II La leggenda di Roma, l’impero romano, e il patrimonio della cultura romana

Ce ne sono davvero tanti ma anche Affidavit che vuol dire a affidato che si usa come termine legale anche in inglese e tanti altri perché poi il Diritto romano è ancora la base di tutti gli istituti giuridici di tutto il mondo e in particolare del mondo occidentale quindi tantissimi termini latini sono entrati anche nella lingua inglese attraverso il Diritto.

Beh, ma è naturale che tutte le lingue Europee abbiano dei termini latini perché l’impero romano essendo così esteso dove arrivavano i Romani, ovviamente, imponevano il latino come lingua ufficiale, questo anche per potersi capire e ovviamente la radice di tutte queste lingue è sempre quella latina che poi, va bene, dopo la caduta dell’impero romano ci siano state delle deviazioni, dei dialetti, tanto è vero che anche l’italiano è derivato dal latino ed ha subito una variazione nel tempo così anche le altre lingue, ma a quei tempi per mille anni si è parlato il latino, era l’unica lingua ufficiale ammessa, non c’e ne erano altre.

Si, poi c’è stata una contaminazione dovuta alla discesa dei barbari che sono scesi dal nord Europa e poi alle ulteriori invasioni di popoli stranieri che sono venuti ad occupare le terre di lingua latina.

In particolare l’Italia tanto è vero che i popoli del nord in particolare in Lombardia hanno un sacco di termini che nel loro dialetto che ricordano il Francese e il Tedesco perché abbiamo avuto sia prima la dominazione francese e poi quella austriaca e i popoli del sud hanno subito a lungo la dominazione borbonica per chi hanno preso molte espressioni di tipo spagnolo.

Però, ritornando sempre all’impero romano, dobbiamo dire che i Romani a quei tempi avevano fatto delle opere e delle cose veramente grandiose perché avevano civilizzato anche tutta l’Europa, l’Inghilterra compresa non ostante fossero su un’isola e non ostante avessero cercato di respingerli ma a quei tempi mentre i romani avevano già le case con l’acqua calda che scorreva nelle case e avevano costruito delle opere veramente immense l’Inghilterra era ancora, non dico a livello primitivo, ma quasi per cui furono i Romani che portarono la civiltà anche in quelle regioni.

E poi, comunque, la civiltà ha il risvolto, un importantissimo risvolto a livello culturale e artistico perché tutte .. gran parte dell’economia Italiana si avvale del turismo perché l’Italia è disseminata di opere d’arte molte delle quali riguardano il periodo romano.

Adesso sono arrivati i miei due amici dalla California è già la terza volta che vengono in Italia e sono entusiasti, non vedono l’ora di girare.

Sono stati a Roma, naturalmente, e ci staranno ancora ma anche a Milano ci sono tantissime opere risalenti al periodo romano nei musei e in giro per la città, sottoterra a volte, in mezzo alla città come Porta Romana che è una piazza che gira intorno ad una grande porta dell’epoca Romana, e loro sono estasiati.

Beh, in mille anni anzi, più di mille anni di dominio di cose veramente belle ne hanno fatte.

Tutte le strade d’Europa sono state tracciate dai romani e a quei tempi lastricavano le strade di sassi e con, diciamo il marmo o il granito per poter permettere ai loro carri di poter transitare tranquillamente in tutte le condizioni, e le strade che hanno tracciato allora, oggi ci sono ancora e vengono tranquillamente utilizzate da tutti.

Questo vuol dire che erano veramente abili costruttori, abili guerrieri e poi più avanti diventarono anche abili navigatori perché conquistarono anche i mari tanto è vero che tutta l’Africa del nord fu conquistata attraverso il mare.

Certo, poi anche i ponti spesso noi abbiamo ancora dei ponti romani che non sono stati sostituiti mentre tanti altri ponti moderni sono crollati malamente per cui tutte le costruzioni, anche gli acquedotti anche Roma, la Roma moderna in parte si serve ancora attraverso le strutture degli acquedotti romani.

Si, a Roma ci sono esattamente seicento acquedotti o almeno c’erano ai tempi dei romani avevano costruito seicento acquedotti e portavano l’acqua da centinaia di chilometri di distanza e oggi gli stessi acquedotti alimentano tutte le bellissime fontane che ci sono a Roma la fontana di Trevi è alimentata ancora da un acquedotto costruito ai tempi dei romani, cioè oltre duemila anni fa e pensa che è ancora lì oggi e funziona tranquillamente, mentre gli acquedotti che costruiscono oggi chissà perché dopo un po’ incominciano a perdere acqua a destra e sinistra, è più l’acqua che perdono che quella che riusciamo portare a casa attraverso i rubinetti.

Ma, perché loro usavano molto la pietra, la pietra effettivamente è molto resistente ed è difficilissimo che si corrompa negli anni.

Certo c’è da chiedersi come diavolo facessero a costruirli questo vale per gli acquedotti romani come per tante altre opere dell’antichità a partire dalle piramidi.

Non ben chiaro perché anche li perché gli acquedotti hanno dei ponti sospesi altissimi tutti fatti in pietra e chi è che andava su a metterli uno sull’altro?

Boh!.

E poi il monumento più importante di Roma e forse è quello più importante del mondo è il Colosseo.

Questa è veramente un’opera mastodontica e imponente.

Però è un teatro!

Non è un acquedotto!

No!

Il Colosseo non è un acquedotto!

E allora!

Ma non è neanche un teatro diciamo era una arena dove avvenivano i giochi, dove avvenivano i combattimenti tra i gladiatori, tra i gladiatori e gli animali selvaggi, sai importavano i leoni, le iene, gli elefanti, ed era un posto di spettacolo.

Però come monumento è li da duemila anni ed è rimasto quasi interamente intatto.

Beh, tantissime opere sono ancora intatte a parte l’anfiteatro Flavio che è il Colosseo ce ne sono ancora tantissime anche il foro romano per quanto sia stato disastrato per vari motivi mostra ancora tantissime rovine in ottime condizioni.

I Romani, ad esempio amavano tanto l’acqua avevano delle bellissime terme.

Lo sai che avevano delle terme con l’acqua calda che scorreva per cui si facevano il bagno tranquillamente e avevano quasi l’idromassaggio perché avevano dei sistemi dove passava.. dove scaldavano l’acqua tramite il fuoco, tramite delle caldaie e avevano l’acqua calda e avevano un sistema dove passava l’aria in questa acqua e venivano fuori le bolle, ne più ne meno come quelle che utilizziamo oggi nelle vasche ad idromassaggio.

Sotto questo aspetto direi che erano veramente avanzati era gente pulita e veramente civile.

Beh, poi avevano … pare che ci sono varie interpretazioni ma sicuramente, se non lì, altrove piazza Navona si chiama così perche veniva completamente sommersa dall’acqua e diventava una grande piscina in cui venivano fatte navigare delle navi modello per simulare i combattimenti navali e doveva essere una cosa grandiosa.

All’inizio delle conquiste i romani non avevano nessuna esperienza di guerra navale.

Le legioni erano vittoriose sulla terra ma essi non disponevano di vere navi da guerra.

Mancando la tecnologia navale dovettero costruire una flotta basandosi sulle navi cartaginesi catturate le quali erano navi che avevano ordini di due o tre remi e ciascun remo era manovrato da più rematori.

La navigazione a vela non era ancora utilizzata.

Anticamente le navi da combattimento erano mosse da remi e avevano sulla prua una struttura rinforzata detta rostro, col quale potevano sfondare la fiancata della nave nemica, e quindi, essendo sconosciuto l’uso dei compartimenti stagni, causarne l’affondamento.

Qualora tale manovra non fosse andata a buon fine, l’alternativa era cercare di assaltare, con le armi in pugno, la nave vicina.

Per compensare la mancanza di esperienza in battaglie con le navi, i romani invece equipaggiarono le loro con uno speciale congegno d’abbordaggio chiamato il corvo che agganciava la nave nemica e permetteva alla fanteria trasportata a bordo di combattere come sapevano fare sulla terra ferma.

La prima grande flotta fu costruita dopo la battaglia di Agrigentum del 261 a.C.

Successivamente furono combattute le Guerre puniche, una serie di tre guerre combattute fra Roma e Cartagine tra il III e II secolo a.C., che si risolsero con la totale supremazia di Roma sul Mar Mediterraneo; supremazia conquistata anche nel mare Egeo e nel Mar Nero.

Queste guerre sono conosciute come puniche in quanto i romani chiamavano punici i Cartaginesi.

Danilo and Rita – Roma e l’impero Romano (Part 1)

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Molti turisti, che vanno a visitare Roma, secondo me si sono chiesti che cosa vuol dire il simbolo di Roma, ossia la Lupa con i due Gemelli.

E tu pensi che non lo sappiano?

Perché, si in effetti, può darsi che a noi sembri naturale perché siamo nati qui invece tanta gente nel mondo non lo sa.

Hai ragione!

dai racconta allora.

Beh come italiani noi ovviamente la sappiamo la storia.

La storia di Roma incomincia circa ottocento anni prima della nascita di Gesù Cristo, il Re Numintore di Albalonga viene spodestato dal fratello Amulio, che costringe sua nipote Rea Silvia, figlia di Numitore, a diventare vestale e a fare quindi voto di castità onde impedirle di generare un possibile pretendente al trono.

La fanciulla però, invece, rimane incinta e per evitare la pena di morte disse che il dio Marte si era invaghito di lei e l’aveva così messa incinta.

Il Re Amulio, saputo della nascita dei due gemelli, ne ordina subito l’assassinio per annegamento, ma il servo incaricato di uccidere i due gemelli non ha il coraggio e decide di mettere questi due bambini in una cesta ed affidarli al fiume Tevere La cesta nella quale erano stati adagiati si arenerà, presso il colle Palatino dove i due gemelli vengono trovati e allattati da una lupa che aveva perso i cuccioli.

Nel frattempo passava nei pressi un pastore che portava il suo gregge a pascolare e visti i due gemelli li prese e li portò a casa e li allevò con la sua moglie.

I due gemelli Romolo e Remo una volta divenuti adulti e conosciuta la propria origine, fanno ritorno ad Albalonga, uccidono il Re Amulio, e rimettono sul trono il nonno Numitore.

Romolo e Remo, non volendo abitare ad Albalonga senza potervi regnare almeno fino a quando era in vita il nonno materno, ottengono il permesso di andare a fondare una nuova città, nel luogo dove sono cresciuti.

Romolo vuole chiamarla Roma ed edificarla sul colle Palatino, mentre Remo la vuole battezzare Remora e fondarla sul colle Aventino.

Ne nacque una discussione e dal rabbioso scontro da parole si passò al sangue: Remo, colpito nella mischia, cadde a terra.

La leggenda racconta che Remo, per prendere in giro il fratello, avrebbe scavalcato, il solco sacro appena tracciato che delimitava il perimetro della città e quindi Romolo, al colmo dell’ira, l’avrebbe ammazzato aggiungendo queste parole di sfida: «Così, d’ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura».

In questo modo Romolo s’impossessò da solo del potere e la città appena fondata prese il nome del suo fondatore – Roma.

La città di Roma, di forma quadrata fu quindi fondata sul colle Palatino e Romolo divenne il primo Re di Roma.

La data della fondazione di Roma è stata fissata dagli storici al 21 aprile dell’anno 753 avanti Cristo Pur non essendo il più vasto impero mai esistito, spettando tale primato innanzitutto all’Impero Mongolo, quello di Roma però è considerato il più grande in termini di gestione e qualità del territorio, di organizzazione socio-politica e di importanza del segno lasciato nella storia dell’umanità.

Ci siamo dimenticati di dire però una cosa molto importante quando i due gemelli scesero il fiume e si arenarono incominciarono a piangere perché, ovviamente, avevano fame passò di lì una Lupa che aveva perso i suoi cuccioli e li aveva allattati ecco è questo il simbolo di Roma: una lupa che allatta i due bambini.

Più tardi è poi passato il pastore e li ha visti e portati a casa.

Beh, quindi riassumendo: la lupa ha salvato la vita a Romolo e Remo e dopo di che è successo questo fattaccio però bisogna anche dire che anche noi siamo figli di un fratricidio perché discendiamo tutti da Caino che ha ucciso Abele, siccome Caino era figlio di Adamo praticamente tutto il genere umano è nato da un fratricidio.

Per cui, insomma, siamo sempre nella stessa situazione già a quei tempi gli uomini si macchiavano di colpe molto gravi e non c’è da stupirsi se anche adesso il mondo non vada molto bene.

Beh questo qui è una cosa innata nell’uomo di ammazzarsi però, ritornando a Roma, quando appunto la città fu fondata era una piccola città ma pian piano molte persone si aggregarono a questa città.

Pian pianino la città divenne potente, incominciò a costituire un esercito e incominciò a conquistare i terreni intorno.

Pian piano questa espansione si fece sempre più grande, sempre più grande fino ad arrivare ad occupare praticamente tutta la zona che attualmente è l’Europa fondando così l’impero Romano.

L’impero Romano si estendeva dai confini della Cina fino all’Inghilterra, la Spagna parte anche del nord Africa ed era veramente un impero possente perché a differenza dei barbari i Romani quando conquistavano un territorio invece di uccidere, ammazzare e razziare quel che trovavano incominciavano invece a costruire ponti, strade, acquedotti e mettevano la gente in condizione di lavorare in tutta tranquillità perché l’esercito li proteggeva e costruendo appunto mulini, costruendo edifici e un sacco di cose la gente lavorava tranquilla.

Ovviamente c’era un tornaconto che i Romani riscuotevano delle tasse però mantenevano la pace e sfruttavano il territorio in modo intelligente perché portavano cultura, tanto è vero che l’attuale nostra cultura deriva proprio dal tempo dei romani.

Si, questo è andato molto bene per molto tempo perché l’impero romano finì nel millequattrocento settantasei giusto?

Si, l’impero romano d’oriente.

Quindi era l’impero romano d’oriente, quello d’occidente era già caduto mille anni prima però, voglio dire, si tratta di un impero che è riuscito a sopravvivere a se stesso per un periodo lunghissimo e questo significa che doveva avere delle basi solide anche se l’impero romano d’oriente è sopravvissuto attraverso una decadenza che è stata portata avanti per centinaia di anni a livello anche non solo amministrativo ma anche etico, morale, culturale qualche cosa di buono è avvenuto lo stesso però il periodo aureo dell’impero romano è poi quello dell’impero romano d’occidente.

Che cosa è rimasto?

È rimasta la città di Roma e resti romani in tutta Europa e anche al di fuori dell’Europa persino, beh in nord Africa ovviamente e in medio Oriente, ma la lingua latina è diventata poi l’italiano a partire da Dante Alighieri che è stato il primo a scrivere un’opera in volgare, la Divina Commedia, che per altro è anche una delle più grandi opere letterarie di tutti i tempi, quindi l’italiano è incominciato molto bene.

Ma in realtà molte persone di lingua inglese non sanno che tantissimi termini che loro utilizzano sono termini latini, sia deformati e inglesizzati sia anche precisamente latini.

Ad esempio quella che viene chiamato I.E.

I dot E dot molti inglesi non sanno che vuole dire – It Est – cioè – questo è – ossia – cioè – oppure N.B.

Nota Bene NB N dot B dot Nota Bene ossia – tieni presente con attenzione – P.S.

P dot S dot che si scrive dopo le lettre – Post Scriptum – ossia – dopo lo scritto- e così via.

Danilo and Rita – Venezia e Cristoforo Colombo (Part 2)

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Venice, the most beautiful town in the world, has a long history: the commerce, the other seaside towns, Genoa and Christopher Columbus, up to the recent history. Venezia, la città più bella del mondo, ha una lunga storia: il commercio, le altre città marinare, Genova e Cristoforo Colombo, fino alla storia recente.

Si, anche perché Cristoforo Colombo pensava di viaggiare in mare aperto, cosa che nessuno aveva mai fatto, perché sia i veneziani o comunque anche le altre città marinare per i loro commerci viaggiavano sempre lungo la costa, per cui anche girando intorno all’Africa giravano sempre con la costa in vista.

Cristoforo Colombo invece volle attraversare tutto l’Oceano e per quei tempi era una cosa, un’impresa veramente da pazzi.

Si, infatti ho letto recentemente una biografia di Colombo che spiega come lui in giovane età abbia incontrato probabilmente un marinaio che gli spiegò i rudimenti di quello che poi divenne il suo punto vincente, ossia, il movimento degli Alisei e il fatto che si poteva contare su dei venti per spingersi velocemente ad est od a ovest perché i venti erano messi in modo tale che, girando le vele, da supportare la nave sia all’andata sia al ritorno.

È sulla base di quello che lui ha costruito e ha fatto tutti i suoi calcoli valutando la possibilità di riuscire ad arrivare dall’altra parte della terra.

Si, infatti quello che dici è vero perché bisogna considerare che a quei tempi non c’era il motore per cui dovevano viaggiare esclusivamente coi venti, solo tutto a vela.

Per cui anche l’altra paura era data dal fatto che, d’accordo che il vento ti porta dall’altra parte del mondo ma poi come fai a tornare?

Ma Cristoforo Colombo diceva “ se la terra è rotonda io torno dall’altra parte, faccio il giro e mi ritrovo al punto di partenza” In effetti il ragionamento non è del tutto sbagliato, il fatto che poi invece poi abbia trovato una terra sconosciuta … va beh questo qui è poi quello che è la storia.

Si, quello che mi ha colpito nella biografia di Colombo è il fatto che lui sia arrivato ad avere il viaggio finanziato dopo un tentativo durato, non so se vent’anni o qualche cosa del genere.

Lui aveva un chiodo fisso che era quello di fare quel viaggio, ha incominciato da ragazzino e ha perseguito questo sogno con un’insistenza incredibile, prima è partito dalla Spagna, poi dalla spagna non è riuscito ad ottenere niente è andato in Portogallo, poi in Portogallo non ce la fatta … quasi ce la faceva poi è andato storto qualche cosa poi è andato in Spagna ma lui aveva solo un’idea nella sua mente che era quella di fare il viaggio e senza questa persistenza addirittura maniacale non ci sarebbe mai riuscito perché ha dovuto rompere le scatole a questi regnanti, cercando di convincerli che l’impresa valeva la candela, perché in realtà era molto costosa e con un’enorme dispendio di energie psichiche perché lui ha continuato ininterrottamente a perseguire questa sua convinzione.

È solo quello che è riuscito a convincere poi Isabella a finanziarlo.

Bene!

Ma ritornando a Venezia … allora abbiamo detto che Venezia è una città stupenda ed è tutta sull’acqua, ovvero Venezia non ha strade ma ha solo canali e ci si muove attraverso dei traghetti o comunque delle gondole o delle barche perché, appunto, non avendo strade di nessun tipo l’unico modo per muoversi è quello.

Devi sapere anche che Venezia è proprio una palafitta cioè quando l’hanno costruita siccome le piccole isole dove si erano appoggiati, e avevano costruito le prime case, erano tutte di sabbia han dovuto infilare migliaia ma migliaia di pali che loro ricavavano dai boschi del Trentino e dai boschi della Dalmazia che erano praticamente dei pini veramente dritti e alti.

Avevano un processo di trattamento perché, ovviamente, infilati dentro nell’acqua di mare potevano marcire, per cui facevano un trattamento con della pece tutto un trattamento segreto loro, hanno infilato questi migliaia di pali dentro queste isole e sopra ci hanno costruito la città!

Praticamente sotto Venezia c’è il vuoto, c’è il mare perché è proprio una grossa palafitta.

E tu pensa che questi pali, a parte che reggono ancora al giorno d’oggi nonostante siano passati oltre mille anni, ma tu pensa che loro avevano escogitato un sistema per sostituire questi pali quando marcivano senza, ovviamente, buttar giù le case, e avevano tutto un sistema, che è ancora in uso oggi, per poter chiudere i canali, togliere l’acqua per fare le manutenzioni.

E, bellissimo infatti!

Infatti l’altra caratteristica di Venezia oltre al fatto che è splendida è che è rimasta fuori dal mondo, in un certo senso, perché non sono stati fatte, grazie a Dio, interventi edilizi distruttivi ma è ancora una città senza auto che si basa, pur non essendo piccola, perché insomma ci sono tanti veneziani, è una città in cui ancora ci si muove come ci si muoveva dieci secoli fa.

Questo è un po’ l’incanto di quella città che è rimasta ferma nel tempo.

Beh, questa è stata la sua fortuna, perché, appunto, essendo costruita su delle isole per cui non c’era la possibilità di espansione della città.

Non c’era la possibilità di costruire industrie, fabbriche o altre cose.

Venezia ha basato tutto la sua ricchezza poi sul turismo perché è una città rimasta ferma, mille anni fa l’hanno costruita e oggi la vediamo ancora come è stata costruita.

A parte il ponte di Calatrava!

Beh, quello è un discorso doloroso per i veneziani per quel ponte disgraziato che hanno voluto fare moderno ma hanno fatto una porcheria veramente enorme.

Ma, al di la della scelta che comunque è discutibile di inserire un elemento architettonico super moderno in un contesto come quello di Venezia, una scelta che potrebbe avere anche il suo significato i problemi sono sostanzialmente due.

Uno, il costo astronomico della progettazione e poi della costruzione, – due, il fatto che il ponte ha degli enormi problemi, li ha sempre avuti li ha avuti in fase di costruzione e continua ad averne man mano che passa il tempo.

Quindi il primo che ricordo è il fatto che essendo fatto in vetro la gente scivolava quando c’era freddo o in caso di maltempo insomma di pioggia o di ghiaccio, il secondo è la mancanza di una possibilità di accesso da parte dei disabili e il terzo l’ultimo che è venuto fuori adesso è che è progettato male per cui spinge i due lati del canale allontanandoli di qualche millimetro all’anno invece di essere auto sostenuto.

Quello che non capisco è perché sono andati a dare un sacco di soldi ad un architetto spagnolo come se in Italia non ci fossero dei bravi architetti!

Che, secondo me, se prendevano un architetto del luogo o anche un semplice geometra potevano fare un bellissimo ponte, funzionale, ovviamente non avrebbero potuto farlo nello stile della città però fare qualche di funzionale e che non costasse tutti qui soldi che, secondo me, sono veramente buttati.

Adesso vedrai che dovranno buttarlo giù e ricostruire un ponte come va costruito.

Però, io capisco ancora che si possa inserire un elemento architettonico particolarmente bello anche se moderno, e non discuto neanche sulla bellezza del ponte che non posso dire che sia brutto al di la del fatto che non si riesce bene a contestualizzare, ma avrebbe come minimo dovuto essere anche funzionale invece non lo è affatto, questo il problema!

Si voleva un ponte perché i veneziani avevano bisogno di un ponte che potesse essere usato con facilità, che potesse rendere più scorrevole la vita dei pedoni e così via.

Invece le cose stanno andando con delle spese aggiuntive per il comune oltre alla spesa in se che lo ha messo in ginocchio cioè la spesa della progettazione e della costruzione.

Ma adesso è senza fine perche devono ogni anno, non so cosa dovranno fare, per tutta la vita del ponte fare qualche cosa perché altrimenti le sponde del canale si dissestano.

Danilo and Rita – Venezia e Cristoforo Colombo (Part 1)

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Venice, the most beautiful town in the world, has a long history: the commerce, the other seaside towns, Genoa and Christopher Columbus, up to the recent history. Venezia, la città più bella del mondo, ha una lunga storia: il commercio, le altre città marinare, Genova e Cristoforo Colombo, fino alla storia recente.

Secondo te, a parte la capitale, qual è la città italiana più famosa al mondo?

Tu sai già la risposta?

Beh, io so già la risposta!

Venezia!

Venezia, brava!

Era proprio quella!

Ma che cosa ha Venezia di tanto bello da attirare flotte di turisti ogni anno?

Beh, c’è da chiedere?

È una città unica!

Allora ti spiego perché Venezia è una città unica.

Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente avvenuta nell’anno quattrocentosettantasei in Italia non ci fu più un esercito in grado di proteggere il territorio, quindi incominciarono delle scorribande di barbari, che provenivano dai paesi nordici, le quali incominciavano a razziare, uccidere e devastare il territorio.

Proprio in questo periodo le città italiane incominciarono ad erigere delle mura intorno alla città stessa e a costruire castelli proprio per difendersi da queste invasioni.

La situazione economica e politica, in quel periodo, era veramente disastrosa, oltretutto le città del nord Italia si facevano la guerra tra di loro.

I veneziani invece di costruire mura intorno alla città i quali, già dai tempi erano degli abili pescatori e abili costruttori di navi, preferirono ritirarsi su delle piccole isole in mezzo al mare e lì incominciarono a costruire le prime case.

Questa situazione disastrosa si protrasse fino all’anno milleduecento.

Le città italiane stanche di tutte queste invasioni e devastazioni del territorio decisero di mettere da parte i vecchi rancori e di fare la pace.

Costituirono così la Lega Lombarda, questa pace prevedeva anche di costituire un esercito in grado di respingere eventuali invasioni straniere.

Le cose, al quel punto, migliorarono decisamente.

I veneziani anche loro aderirono a questa Lega creando così la Lega Lombardo Veneta.

Visto il periodo di pace i veneziani costruirono una grande flotta, sia con navi militari ma soprattutto con navi commerciali.

Tramite queste navi commerciali incominciarono a fare un commercio lungo tutto il mare Adriatico e pian piano si spinsero nel mar Tirreno infine affrontarono l’Oceano spingendosi fino alle Indie e successivamente in Cina.

Con la Cina e le Indie incominciarono i primi commerci, incominciarono le prime importazioni di manufatti cinesi o indiani, quali erano: tappeti, spezie ed altre cose del genere.

I manufatti e le spezie che importavano dall’oriente venivano poi vendute in tutta Europa e Venezia si arricchì in modo notevole, diventò una città molto potente e molto ricca e le prime case che furono costruite su questi isolotti vennero potenziate e si costruirono delle case eccezionalmente belle.

Beh, vedo che ti sei preparato!

Si però questo non spiega nulla, ci sono un sacco di città che nel passato hanno avuto storie simili a questa, però non hanno costruito nulla di vagamente simile a quello che oggi è Venezia.

No?

Eh, ma Venezia.. Allora quale era il commercio di Venezia più fiorente?

E perché Venezia è diventata così ricca?

Tu devi sapere, anzi, senz’altro lo sai che il mare Adriatico ….

il fondo del mare Adriatico e sostituito da Silice, quella che noi chiamano comunemente sabbia.

Tanto è vero che le spiagge più belle d’Italia si affacciano proprio sul mare Adriatico e sai benissimo che cosa si fa con la Silice.

Si fa il vetro.

I veneziani misero a punto una tecnica per realizzare oggetti in vetro, infatti il famoso vetro soffiato, ed era la loro anima di commercio.

Loro esportavano tutti i manufatti in vetro, che erano veramente bellissimi, nelle indie e nella Cina e importavano tutti gli oggetti: tappeti, spezie soprattutto, il Tè e tutte quelle cose che poi distribuivano in tutta Europa.

È da li che Venezia divenne molto, molto ricca.

E dai, però è la stessa cosa, sarà ricca avrà dei bellissimi vetri di Murano ma questo non spiega perché Venezia sia unica, dal punto di vista architettonico.

Cosa c’entra scusa!

Ci sono centomila città ricche, centomila città che hanno un particolare commercio che le ha rese famose ma Venezia è solamente Venezia!

Si, è vero ma evidentemente non sono diventate così ricche come Venezia.

Il fatto, appunto, che poi sia rimasta su questi isolotti e abbiano costruito questi bellissimi monumenti e bellissime case in quella zona l’ha resa veramente unica.

Allora, se posso dire qualcosa in aggiunta a quello che hai detto allora, le caratteristiche principali di Venezia sono: uno, la ricchezza che è quello che hai detto tu, ossia la possibilità di costruire quartieri di alta qualità – due, il fatto di essere stata costruita sull’acqua con queste palafitte che ancora adesso reggono gran parte della città – tre, il fatto di avere un’architettura unica che è un’architettura che risente molto dei rapporti, unici in Italia, fra Venezia e l’oriente, perché è molto orientaleggiante no?

Tutte queste arcate strette, si trovano solamente a Venezia in Italia e si rifanno un po’ all’architettura orientale.

Quindi sono queste tre caratteristiche contemporaneamente presenti che la rendono unica.

Certamente!

Infatti sono stati i primi ad iniziare i commerci con l’oriente, dopo sono arrivate anche le altre città, perché altre città marinare erano in combutta contro Venezia, tra cui: Genova, Pisa e Amalfi.

Però, come ripeto, siccome i veneziani erano già degli abili costruttori di navi, sin dai tempi antichi, sono stati i primi che si sono spinti in viaggi così lunghi, fino in Cina, perché devi considerare che ai tempi non c’era il canale di Suez per cui dovevano fare tutto il giro dell’Africa per riuscire ad arrivare alle indie e, successivamente, in Cina.

Allora!

La prima volta che sono arrivati in Cina ci sono arrivati via terra, infatti la storia di Marco Polo insegna.

Il motivo per cui Venezia è stata la prima è semplicemente di tipo geografico perché le altre tre città marinare erano sul terreno quindi dovevano fare più strada via terra no?

Non potevano fare altro che arrivare via nave, cosa che era allora molto svantaggiosa.

Allora, le altre città ad esempio Genova era molto invidiosa delle ricchezze di Venezia tanto è vero che Cristoforo Colombo decise di arrivare alle indie facendo un altro giro.

È da li che poi ha scoperto l’America, perché lui era convinto che partendo da Genova facendo il giro della terra dall’altra parte si arrivasse alle indie prima dei veneziani.

Così non è stato!

Bisogna considerare anche il fatto che a quei tempi erano convinti che la terra fosse piatta, infatti Cristoforo Colombo era stato preso per matto perché erano tutti convinti che arrivato in fondo sarebbe caduto nel vuoto.

Guarda questo non è vero il fatto che la terra fosse rotonda era noto da molti secoli per il semplice fatto che i marinai sapevano benissimo che la terra era sferica o comunque aveva una curvatura perché vedevano le vele delle navi all’orizzonte arrivare ad una ad una.

Quindi questa è una cosa che già nota.

Quello che non era assolutamente noto era che esistesse un mondo al di là delle colonne d’Ercole, si pensava che.. c’erano un sacco di leggende che raccontavano che quello che adesso è l’Atlantico fosse il regno dell’Aden e succedessero cose terribili appena uno si spingeva oltre le colonne d’Ercole.

Questo è il motivo per cui nessuno voleva andare dall’altra parte, comunque si pensava che da quella parte in poi non ci fosse nulla.

Danilo and Rita – Elettrodomestici e Giornalisti

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Washing machines, other household appliances and the idea that journalists have of Italians. Le macchine per lavare e altri elettrodomestici e l’idea che i giornalisti hanno degli italiani.

Comunque io non ho mai visto, salvo che occasionalmente, ho sempre lavato con la lavatrice, ho sempre visto lavare con la lavatrice, però ho visto passare molte generazioni di lavatrice.

La primissima lavava e sciacquava e basta e non aveva la centrifuga, quindi anche li bisognava strizzare a mano.

La seconda si chiamava semiautomatica e aveva.. era larga era rettangolare insomma un parallelepipedo per cui lavavi da una parte poi tiravi fuori la roba lavata e la facevi passare in uno scomparto di fianco che era la centrifuga che era separato.

Queste si chiamavano semiautomatiche finché poi sono arrivate quelle automatiche insomma simili a quelle che conosciamo adesso.

Naturalmente non c’erano centomila programmi non c’era l’asciugatrice e così via però il concetto era quello, e quando ero bambina avevo una lavatrice per bambole che aveva un perno centrale e in pratica si buttava la roba da lavare in questa grande vasca, nella vasca centrale con la carica dall’alto e il perno centrale muovendosi faceva muovere anche i panni e li lavava così.

Io pensavo che fosse solo per bambini invece quando sono stata in America negli anni novanta la lavatrice che c’era in casa, che chiaramente non era nuova, era così!

Con questo perno centrale che si muoveva.

Ma quelle vengono usate spesso in America che hanno una carica dall’alto con questo perno centrale e lavorano in questo modo.

Ma in effetti quello che dici è vero perché le prime lavatrici non avevano la centrifuga nonostante mio nonno avesse un negozio di elettrodomestici, per cui in casa avevamo, diciamo, gli elettrodomestici dell’ultimo grido ma anche noi non avevamo la centrifuga per cui mia mamma quando lavava incaricava me e mia sorella mettevamo tutti i panni in una cesta, andavamo giù in una cantina di un palazzo li vicino dove c’era una signora che aveva una centrifuga industriale per cui, per poche lire, ci centrifugava i panni, noi li riprendevamo e li riportavamo a casa, non dico asciutti, ma comunque non più grondanti di acqua anche perché poi abitando in un condominio distendere diventava difficile, cioè coi panni che gocciolano, per cui era necessario fare questo lavoro con la centrifuga.

Adesso mi viene in mente come era questa prima lavatrice senza centrifuga, mi chiedevo adesso, ma come facevamo poi ad asciugare i panni?

Allora c’era di fianco due rulli di gomma seghettata con una manovella e bisognava passare i panni attraverso questi due rulli di gomma, poi con la manovella li si faceva passare.

In effetti mia nonna non aveva la lavatrice però aveva un grosso mastello dove lavava i panni, dove da una parte c’era un asse di legno ovviamente per lavare col sapone così, didietro c’erano questi due rulli che tu dici.

Una volta che aveva lavato e sciacquato passava la biancheria attraverso questi due rulli, veniva strizzata e poi li appendeva sull’aia in cortile.

Ma era veramente bello vedere questi panni che sventolavano sull’aia e così facevano anche tutte le altre donne che abitavano in questa cascina.

Beh, infatti, una delle cose belle che abbiamo qui è la possibilità di stendere i panni sull’aia no?

restano profumatissimi è bello!

Beh, molto più bello che non stenderli in città.

Qui in campagna li distendi, innanzitutto c’è sempre un venticello per cui asciugano sempre tutti e bene, c’è tanto spazio per poterli distribuire ma soprattutto questo vento è abbastanza profumato, raccoglie anche tutti i vari profumi dei fiori che ci sono intorno e se tu noti i panni o le lenzuola sono sempre molto più profumate.

Ma non è il profumo del sapone che si usa è proprio un profumo naturale dell’aria.

Si, anche del sole quando stanno al sole poi, restano anche più bianchi asciugati al sole.

Comunque al di la di tutto voglio dire una cosa che è vero che non ci sono più le lavandaie però il concetto della lavandaia che non trova mai la pietra buona per lavare è sempre molto attuale.

Beh, questo è un detto!

Si,si però tutti capiscono che cosa vuol dire e ce ne sono tantissimi di lavandaie che non trovano le pietre buone per lavare.

Ah, per quello c’è un sacco di gente che non trova mai la sua pietra per fermasi a lavare!

E a furia di cercare alla fin fine non la troverà mai perché evidentemente non è mai contento di quel che trova, penso che sia questa la versione di questo detto, di questo proverbio.

Certo che è questo!

Voglio dirti anche un’ultima cosa.

A proposito del televisore recentemente ho sentito alla televisione un servizio su un campo Rom, di zingari, che era stato sgomberato e il giornalista spiegava quello che restava di questo campo Rom dopo lo sgombero e diceva “guardate!

persino un televisore a tubo catodico era rimasto sul campo!” hai capito?

Quindi noi che abbiamo un televisore a tubo catodico siamo peggio degli zingari per molte persone, hai capito?

Quindi forse è il caso che davvero lo cambiamo!

E si in effetti quello che avevamo si è rotto e adesso stiamo utilizzando quello di scorta.

Eh, certo che è un vecchio televisore ancora con il tubo catodico, nell’era del digitale noi che siamo dei tecnici è una cosa vergognosa, è un po’ sempre come il ciabattino che va in giro con le scarpe rotte!

Si ma in realtà non era quello che volevo dire, quello che volevo dire è che è normale trovare nelle case televisori a tubo catodico però ci sono tantissimi giornalisti che vivono in un mondo tutto loro.

Siccome questo giornalista probabilmente è discretamente abbiente ed ha da anni un televisore a schermo piatto, frequenta amici che hanno televisori a schermo piatto e pensa che quelli a tubo catodico ce li abbiano solo i Rom, anzi, sia un modo per contraddistinguere le persone che vivono nel degrado.

Ma questo è un problema dei giornalisti perché io sono sicura che nel mondo reale tantissime persone hanno questo tipo di televisore.

È un modo di vedere il mondo che è emblematico di un certo modo di ragionare di descrivere la realtà capisci?

Ce ne sono tantissime di osservazioni stupide che fanno i giornalisti continuamente, come quella sulle persone che vanno in vacanza no?

che dicono che “tutti gli italiani sono andati in vacanza” ma quando mai che non c’è quasi nessuno che abbia i soldi per farlo.

Ma li è sempre un po’ come il discorso del pollo quando dicono che tutti gli italiani mangiano due polli a testa ma questo non è assolutamente vero c’è chi ne mangia quattro e chi non ne mangia affatto, e qui è la stessa cosa.

Evidentemente quel giornalista li, appunto, come dici era convinto che ormai tutti i televisori fossero a schermo piatto.

Ma senz’altro chi è appassionato di televisione, chi la televisione proprio la guarda in modo addirittura quasi stressante e c’è tantissima gente che lo fa, la prima cosa che fa è comprarsi un televisore grande a schermo piatto.

Ma gente come noi che la televisione la guardiamo .. così di striscio, il fatto che sia a tubo catodico, a LCD o al plasma o altre cose non ci interessa più di quel tanto.

Non siamo i maniaci della televisione che passano ore e ore a guardare tutti quei programmi stupidi che oltretutto fanno!

Si, d’accordo però è il principio che è sbagliato, bisogna sempre considerare la realtà per quello che è e non pensare che il resto del mondo sia li a comperare oggetti di lusso, insomma, come quando dicono che “sono aperti i saldi, ciascuna famiglia italiana spenderà quattrocento euro a testa” lo dicono tutti gli anni e non è vero!

Perché solamente alcuni italiani spendono molti soldi.

Cioè, è vero quello che dici tu del pollo però la stampa, la televisione non può dire queste cose senza sottolineare che solamente un certo numero di cittadini spende questi soldi mentre gli altri vanno avanti con le scarpe vecchie, insomma.

Beh, ma se tu stai a quello che dicono i giornalisti non vai a casa più!

Perché questi quando non hanno niente da fare inventano le notizie e tirano i numeri a caso!

Danilo and Rita – La lavatrice le lavandaie e le donne

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Ho cercato di riparare la lavatrice, ma purtroppo non c’è niente da fare, è bruciata la pompa e adesso a questo punto abbiamo ben poco da fare, perché la lavatrice è molto vecchia. Cambiare la pompa non so se a questo punto ne valga la pena, perché oltretutto, oltre che la pompa aveva anche il pressostato dell’acqua, dobbiamo per forza cambiarla.

E lo sapevamo tutte le volte che si lavava bisognava aggiungere dell’acqua, litri e litri di acqua che è anche una rottura di scatole (si può dire rottura di scatole?)

così adesso abbiamo risolto il problema quando la cambiamo funzionerà benissimo e non ci sarà da aggiungere acqua.

Eh, ma il guaio che ha incominciato il televisore, si è guastato il televisore, va bene poverino che aveva vent’anni e non sono più riuscito a trovare le parti di ricambio, adesso dopo il televisore si è guastata la lavatrice e abbiamo anche la lavastoviglie che di lì a poco bisognerà sostituire anche lei.

Quando incomincia a rompersene uno chissà perché vanno dietro tutti gli altri.

D’accordo che il tempo passa e diventano piuttosto vecchi pero, insomma, potrebbero aspettare almeno un momento a rompersi invece di rompersi tutti insieme.

Mah, questo è un fatto che tutti conoscono molto bene, quando si rompe qualche cosa in casa puoi stare certo che subito dopo si rompe qualche cosa d’altro.

Anche il mio faro della macchina se ne è rotto uno e poi subito dopo si è rotto l’atro, ma questo è già più ragionevole perché se le lampadine vengono messe insieme avranno più o meno la stessa durata.

Per quanto riguarda invece quello che succede nei guasti in casa assomiglia molto al problema degli incidenti aerei, si sa che quando avviene un incidente molto spesso in un tempo relativamente breve ne avviene subito un altro, invece di essere distribuiti nel tempo in modo regolare avvengono delle specie di aggregazioni degli incidenti e questo, fra l’altro, è studiato da un settore della statistica che si chiama “scan statistics” per cui è un fenomeno matematicamente noto.

Mah, è un fenomeno, in effetti, che tutti riscontrano cioè non siamo solo noi che abbiamo questo problema perché io ho sentito anche diversi amici e parenti che quando incomincia a rompersi qualche cosa in casa automaticamente vanno dietro tante altre cose, specialmente gli elettrodomestici.

D’accordo, tu dici, li abbiamo comperati insieme, cioè nello stesso periodo, e calcolando una certa quantità di anni di vita arrivano ad una certa età che ad un bel momento sono tutti vecchi di conseguenza incominciano un po’ a perdere i colpi e a perdere i pezzi, è un po’ come l’automobile dopo un certo numero di chilometri anche l’automobile incomincia ad avere qualche guaio, e adesso si rompe la frizione, e adesso si rompe il freno, ripari la frizione e si guasta qualcos’altro e così via.

Eh, sembra proprio un destino!

Si, beh, appunto, nel caso dell’automobile il problema è che passato un certo numero di anni le parti sono usurate, ma per quanto riguarda i guasti in casa non sempre è così perché spesso gli elettrodomestici vengono comperati in momenti diversi.

Però è una esperienza talmente comune che ci sono tanti proverbi no?

ad esempio “le disgrazie non vengono mai sole” oppure anche “non c’è due senza tre” sono proverbi antichissimi che evidentemente hanno qualche fondo di verità!

E, lo so, in effetti è una cosa così che risale ai tempi dei tempi

Si?

Adesso vediamo come fare invece con questa lavatrice perché senza la lavatrice al giorno d’oggi diventa veramente un disastro.

Si, la lavatrice è stata uno dei più grandi progressi dell’umanità soprattutto per quanto riguarda la liberazione della donna perché lo sforzo fisico e l’impegno orario necessario per lavare i panni era veramente enorme prima dell’avvento della lavatrice ha cambiato e rivoluzionato la vita delle donne perché tutto questo tempo libero che le donne all’improvviso hanno trovato è stato poi riempito dall’esigenza di nuove attività, del lavoro eccetera.

Prima di quest’epoca se la donna lavava i panni non poteva fare nient’altro.

A parte la fatica, non so se ti è mai capitato di lavare a mano delle lenzuola, che cosa vuole dire sciacquarle, strizzarle.

Una donna, una volta, andava al lavatoio.

Il lavatoio quando c’era, in tanti paesi in effetti c’erano i lavatoi pubblici o altrimenti andavano lungo il fiume, sceglievano una pietra dove appoggiare le ginocchia e nell’acqua del fiume lavavano i panni.

Normalmente c’erano anche delle donne specializzate che facevano questo, erano le lavandaie che lavavano anche i panni delle altre donne specialmente dei ricchi le cui mogli non andavano certo al lavatoio pubblico o nel fiume a lavare i panni, incaricavano queste lavandaie, e queste poverine tutto il giorno avevano le mani nell’acqua sia d’estate sia d’inverno per lavare i panni di tutti.

Per cui la lavatrice è stata una grande invenzione e che è forse l’attrezzo più utile che ci sia in una casa.

Si, eh io mi ricordo quando ero bambina c’era il lavatoio in montagna e per fortuna che io frequentavo quelle zone d’estate quindi era quasi piacevole, ma l’acqua era gelida perché c’erano tre vasche comunicanti fra loro, nella prima vasca l’acqua era molto insaponata e buttavi i panni insaponati, dopo di che li passavi nella seconda vasca dove chiaramente c’era un pochino più di… meno di sapone e poi nella terza dove ce ne era ancora meno.

Il risciacquo avveniva così, insomma, o era sciacquato oppure andava bene lo stesso, d’altra parte si usava il sapone da bucato che non era nocivo e quindi anche se ne restava un po’ nei panni… ma l’acqua era gelata perché scorreva in continuazione, figurati d’inverno tenere le mani.. infatti avevano sempre le mani rovinate rosse, le donne che lavavano i panni.

D’inverno dovevano rompere il ghiaccio dell’acqua e lavare nell’acqua gelida per cui era veramente un lavoro faticoso e anche molto stressante molto, molto pesante come lavoro.

Si manche strizzare era pazzesco!

E ma strizzavano in due perché io mi ricordo che, ad esempio, le lenzuola una donna da una parte una donna dall’altra incominciavano a torcerle finché, perché ovviamente la centrifuga non esisteva, finché facevano uscire tutta l’acqua e poi le distendevano.

Certo!

Ma era comunque un bel peso, sono pesanti le lenzuola tirarle fuori dall’acqua, un lenzuolo matrimoniale pieno d’acqua è pesante, poi a furia di strizzarlo diventa più leggero però comunque è sempre uno sforzo fisico notevole.

Anche portare le lenzuola, una volta che sono sciacquate, portarle poi nella cesta fino a stenderle, anche quello è uno sforzo fisico, le donne erano abituate a fare notevoli sforzi fisici.

Anche quando portavano la gerla sulle spalle, portavano queste gerle enormi piene di fieno, è vero che il fieno pesa poco ma quando è tanto pesa tanto quindi erano gerle che non si vedeva neanche la donnina che c’era sotto!

Infatti una volta ad un campo estivo c’era un campo e queste donne che tagliavano il fieno e c’era una donna anziana che avrà avuto, io penso, oltre ottant’anni o anche forse di più.

Con questa tremenda gerla di fieno che doveva portarlo, ovviamente, nella baita, noi da bravi Scouts subito ci siamo precipitati a volerla aiutare, ma questa per poco non ci prende a legnate!

E disse “ ma no!

cosa c’è, è leggera” Cavolo!

Chissà che cosa pesava!

Perché oltre al peso della gerla c’era dentro anche una montagna di fieno che sarà pesato, secondo me, tra i quaranta e cinquanta chili, e questa donnina che era alta poco più di un metro trotterellando, anzi, andava più veloce di noi si portava giù questo fieno giù nella loro baita dove avevano le bestie.

Eh, il lavoro di queste donne era veramente faticoso perché dovevano tagliare l’erba, farla essiccare, rastrellarla perché in montagna non puoi utilizzare mezzi meccanici per cui doveva essere fatto tutto a mano, e lo facevano le donne.

Si,si le vedevo passare anch’io in montagna queste donnine piccole vestite di nero con il fazzoletto sulla testa che andavano avanti indietro e facevano questi lavori qua.